Le lacrime della tigre nera
Ho ritrovato in questo film lo stesso processo compositivo dell’ultimo Tarantino (che, lo dico, è a mio avviso un capolavoro, discussioni a parte, se ne riparlerà). Molto altro non c’è da dire: è divertente (per una volta ha ragione il Mereghetti, è divertente a piccole dosi), ed è molto intellingente nel modo in cui mescola i generi (a in tempi postmoderni sono capaci un po’ tutti).
[So che questo film non è molto noto, vi basti sapere che è una specie di misto di western e melò, e che è thailandese].
Ma soprattutto è eccellente il modo in cui trasforma la materia astratta (gli sfondi bidimensionali, i costumi irreali, le situazioni grottesche) in materia emozionale. E’ una rarità trovare un film in cui l’emozione (non tantissima, a dir la verità) scaturisce come spontaneamente dalla materia colorata e inerme della scenografia/fotografia eccetera, un po’ come in uno studios-movie d’altri tempi.
Nessuno ha commentato questo film, strano. Lo faccio io per simpatia verso un film colorato e divertente, ironicamente vecchio stile. L’unico film che io conosca con dei pistoleri thailandesi, il che è già tantissimo.
Sei un anti-mereghettiano?
è bellissimo
questo film!