Dark water (Honogurai mizu no soko kara)

di Hideo Nakata, 2002

Nakata Hideo, partendo da alcune magiche ossessioni da cui erano stati partoriti i suoi due Ringu (i romanzi di Kôji Suzuki, il rapporto filiale, la normalità investita dal soprannaturale, ma soprattutto l’acqua e il cerchio) e costruisce un’opera superiore alle precedenti. Impresa non facile, visto la pressione portata dal mito creato in breve tempo dalla vhs maledetta e dalla terribile Sadako. E’ una cosa che leggerete (o avrete letto) da ogni parte, ma stavolta è proprio vero: Dark water è un gran film.

Variazione horror su tema melò: la perdita, l’abbandono, la solitudine, il rapporto tra madre e figlia. Un ghost-movie che non si risparmia preziosi moniti morali sulle relazioni filiali, ma che soprattutto sa spaventare in modo genuino e intelligente, non restando in superficie, ma saturando lo schermo di simboli. Tra cui spicca l’acqua, vera ossessione nakatiana, qui utilizzata nella sua massima espressività: rubinetti, cisterne, pozzanghere, e soprattutto tanta tanta pioggia. Acqua come materiale amniotico (il legame), ma sporca (il trauma).

Claustrofobico e girato da dio, con la stessa immaginativa di Ringu (l’ascensore che vomita l’acqua sporca) ma con più rigore e precisione: tutte le scene sul tetto sono dei saggi di regia, e il climax verso il finale provoca una tensione nervosa incredibilmente emozionante. Bellissimo il finale, dove la tensione accumulata si rifiuta di esplodere e rimane sospesa in un’assenza, con la dolcezza e la malinconia delle rinuncie e dei sacrifici.

Link: particolarmente piacevole il post di Checco su Cineblob.

News: il remake americano è stato completato, e lo vedremo nel 2005. Sarà diretto dal Walter Salles del quasi insopportabile Central do Brasil (sparatemi!), mentre come si evince qui a sinistra, non ho (ancora) visto i suoi Diari della motocicletta (mi verrà voglia un giorno?). Ma mi sembra comunque un cambiamento abbastanza drastico. No?

Invece, il sequel americano di The Ring è stato affidato proprio a Nakata: ed è in post-produzione.

9 Thoughts on “

  1. acc… mi ero dimenticato che ferreri è morto, che vergogna… mi son lasciato trascinare dalla foga (sarebbe meglio lasciarsi trascinare dalla f.ga) :-)

  2. vabbè, errore perdonabile. :-)

    viva la foga.

  3. Nulla, a me Dark Water non riesce a piacere.
    Lo trovo freddo, macchinoso, posso vedere Nakata che dice: giochiamo di sottrazione, spingiamo al massimo sul pedale del “non mostrato” che ha fatto la fortuna di Ring…
    intenzioni di per se’ lodevoli, ma risultati di medio livello… anche perché le occasioni di spavento, pur centellinate, si riducono alle solite bambine, piedini in lento avvicinamento, lunghi capelli neri come se piovesse (e in effetti piove), oggetti che dovrebbero spaventare al solo apparire (ma la borsina rossa, che appare esattamente 18.524 volte nel corso del film in altrettanti luoghi diversi, e ogni volta dovrebbe essere terrorizzante, non vale un centimetro quadrato dello specchio di Ring)… ammirevole il finale, quello sì, anche per come rischia di svaccare nel ridicolo e -ma questo dipende dai gusti dello spettatore- riesce a non farlo.

    Evitare accuratamente il doppiaggio italiano.

  4. è vero, il doppiaggio fa veramente schifo-al-pisello (e io, costretto a vederlo in italiano, mi sono turato il naso)

    sul resto, ovviamente, non sono d’accordo (tranne che sul finale). ma non fa niente, ti stimo lo stesso.

  5. ma che sparatemi, su central do brasil hai detto la verità. e su dark water pure. e la foga è tutto!

  6. grazie denti. che dio la benedoga.

  7. dark water è un film che inseguo da tempo senza fortuna… ma giorno ci riuscirò!!
    central do brasil: beh, non dico niente eccetto che stasera mi hai dato un grosso dispiacere… ;-)

  8. w la foga, evviva evviva la foga (da cantarsi sull’aria dei coretti da stadio…)

  9. Davvero bello? Lo guarderò.

    Sarebbe una sorpresa perché The ring 2 mi ha molto deluso

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