Terra di confine (Open range)
di Kevin Costner, 2003
"I didn’t raise my boys just to see ‘em killed."
"Well you may not know this, but there’s things that gnaw at a man worse than dying."
Open range è stata una piacevole sorpresa: un western "classico" ma non revisionista, alternato tra il fango della cittadina e i colori delle immense pianure, e colorato da una malinconia nei confronti del progresso e da una disillusione (non anarchica) nei confronti della società delle communities ("uccidi degli uomini per delle vacche?") talmente fuori dal tempo che mette simpatia. E mette voglia di fare il tifo per i "nostri", che difendono l’ultimo onore possibile a costo della vita, e a costo di uccidere.
La sceneggiatura è solida e semplicissima, con i bei personaggi del saggio Duvall e di Costner, grezzo, incupito e in cerca di redenzione. La regia è fatta di lunghe attese e tempi morti che servono per ambientarsi con un mondo che non esiste più, e di cui Costner canta, ancora una volta, la morte. Anche se con uno sguardo più speranzoso rispetto ai tempi di Balla coi lupi, e rivolto infine alle gioie del "settling down".
La fotografia di James Muro, esperto steadycameraman (ma non si vede) non inventa assolutamente nulla di nuovo: eppure il film è una gioia per gli occhi, ed è bello emozionarsi ancora per l’immagine di un grande spazio aperto, di un cane che aspetta i suoi padroni di fronte a una pianta sempre uguale.
Spettacolare la sparatoria finale, proprio perché fortunatamente in controtendenza rispetto a qualsiasi tendenza modaiola.
Peccato il finale “d’amore” veramente stucchevole, s’è giocato a causa di quello un posto tra i primi tre del 2004, er, 2003
Quindi un Costner da ri-vedere!
ma il magico Clint già lo aveva risollevato…
Nighty
Buon film, soprattutto nella prima parte, ma la storia d’amore mi ha lasciato veramente perplesso… comunque una buona sorpresa…
@andrea: già. direi un 3 e mezzo, ma forse solo perché l’ho visto in tv e non in sala.
@gokachu: no, è del 2003 ma è uscito nel 2004 in italia.
@Nightfreeqnc: parli di Un Mondo Perfetto? meraviglia…
@Private_I: a me la storia d’amore è piaciuta, soprattutto per come è costruito il personaggio della Bening. non è così prevedibile, e in fondo un po’ di cazzo di romanticismo ogni tanto non stona.
l’ho visto da solo una sera dell’ultima estate, in un’arena all’aperto. piacevole.
claudio
Mah, in effetti più che la storia d’amore in sè, è proprio la parte finale che mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca… certo che ci sta un po’ di romanticismo… ^^
La storia d’amore è gestita molto bene fino al finale, trattenuta, sopita, chiusa; nel finale però si sbraca alla grande. Se il film fosse durato un cinque minuti di meno, magari chiudendosi con lei che guarda dalla finestra lui che si allontana (e sorride? e non sorride?) sarebbe stata perfetta. [angolo della misoginia] Ma purtroppo le donne vogliono le storie d’amore e le voglio ESPLICITE, mannaggia a loro; e le donne sono un publico che negli USA si ama coccolare. Commento di una donna alla visione di Hong Kong Express: “però alla fine potevano almeno baciarsi!”
dalla recensione del solito Magrelli (che tristezza comunque vederlo a Cinematografo):
“Le donne come Sue (Annette Bening) aspettano il principe azzurro, pretendono una storia d’amore e non vogliono più rimanere sull’aia o sulla porta delle case di legno mentre i cavalieri si allontanano in campo lungo nelle valli solitarie.”
volevo andare a vederlo, ma qui a torino lo tolsero dalle dalle sale dopo una settimana. questo uichend ho visto “two sisters” ma non c’ho capito un cazzo.
@rattazzo, da che io ricordi Two Sisters, oltre ad essere bellissimo, alla fine chiarisce tutto abbastanza… prova a riguardarlo con il senno di poi…
quel “da qualche parte” letto da qualche altra parte si riferisce a me?

beh, se non sono io e se non l’hai già letto temo che ora potresti avere un motivo valido, oltre ai colori, per non tornare più a farmi visita…
ciao!!
…eh?
non visitate più questo blog. kekko è fascista
Se l’universo è un grande sicuramente è piovuto, dai raga.
mi dissocio.
Cucù, dov’è finito Dio?
una notevole sparatoria finale in controtendenza la ricordo ne “Il colpo”, verboso ma splendido film di David Mamet.
mi riferivo al mio commento su mdb…
allora era tutto nella testa di lei? ma la tipa epilettica che vede la ragazza sotto il lavandino cosa c’entra, allora?
@rat: sì certo, ma evita gli spoiler perfavore. sulla tipa che dici, purtroppo non ricordo assolutamente, è passato troppo tempo.
@goljadkin: l’ho perso… addirittura splendido?
e stasera vedo Ozpetek, che è da domenica che non vedo una cippa.
mi spaventa un po’ quello che ne scrivono Francesco e Roy su SecondaVisione…
che iconcine divertenti.
ah, quanto mi diverto!
sì, come tutti i film di Mamet.
La sparatoria finale è sicuramente spettacolare e le cose che dici sono giuste. Però, il film mi ha deluso, sarà perché al contrario di te mi aspettavo molto. La storia è di una banalità incredibile, e l’amore tra Costner e Bening da lacrime (per la morte del cinema, non per il loro sentimento). Comunque, in generale, non un brutto western.