[FEFF2005]
One nite in Mongkok (Wong gok hak yau)
di Derek Yee, 2004
Non è irresistibile da subito, il film di Yee. La prima parte, concitata, rumorosa e dominata da una nervosissima camera a mano, è abbastanza deludente, troppo caotica, poco appassionante. Ma One nite in Mongkok è un film che monta piano, e quando i personaggi cominciano ad acquistare spessore, complici anche le dimensioni dello schermo, ci si comincia ad emozionare. E non poco.
A partire da un classico plot da noir metropolitano ma molto sensibile alle sfumature, Yee costruisce un percorso che prende come spesso accade la strada del melodramma, e soprattutto della tragedia. Davvero bravo, il regista hongkonghese: aiutato da una fotografia notturna e accesa solo dal colore rosso del cappotto di Cecilia Cheung (splendida, anche più del solito), azzecca alcuni colpi di genio, come tutto il bellissimo inseguimento centrale, senza strafare con ralenti o vezzi autoriali.
Ma è tutta la parte finale, disperata e violentissima (molti gli occhi sbarrati in sala), struggente e tragica (in senso stretto), a conquistare il cuore. Talmente bella da far dimenticare qualche colpo di sonno nella prima metà, e da far uscire soddisfatti, a bocca buona.