La damigella d’onore (La demoiselle d’honneur)
di Claude Chabrol, 2004

"Cambia zona!"

Chabrol adatta un romanzo di Ruth Rendell, la stessa autrice del bellissimo La cérémonie: il risultato è un melodramma raffreddato e asettico, la storia di un amore inevitabile e folle, un noir tenuto sotterraneo come l’appartamento di Senta e bisbigliato come le piccole bugie di Philippe, girato con cura certosina, e costruito con grande intelligenza su schegge di sceneggiatura che vagano impazzite nella prima parte, per poi tornare a ricomporsi fino alla perfetta circolarità del finale.

Niente di cui innamorarsi perdutamente (tranne di Laura Smet, figlia di Johnny Hallyday: brava, bella e inquietante), ma comunque un buon film, una bella boccata d’aria che turba senza bisogno di urlare o strafare, che sa parlare dei rapporti tra uomini e donne (e del potere del denaro, presente in modo quasi ossessivo) tenendo anche in tensione i nervi, con molte inaspettati pennellate di ironia (come l’incontro con il barbone al parco), e che lascia un piacevole sapore amaro (e romantico) in bocca.

Benoît Magimel ha due espressioni: disinvolto e perplesso.

7 Thoughts on “

  1. a mio avviso un ottimo film

    ne ho scritto dalle mie parti

  2. Attendo un tuo gradito commento per il mio nuovo template. Vieni al cinemavistodame 2.0.

    Rob.

  3. utente anonimo on 17 ottobre 2005 at 14:27 said:

    disinvolto e perplesso

    ho riso un casino

    (anche per “cambia zona”)

    g.

  4. per carità.

    la damigella d’onore strappa pure a me, che faccio della pacatezza uno stile di vita un CHE PUTTANATA assolutamente maiuscolo.

    mai credibile, mai emozionante, a tratti ridicolo, assolutamente manieristico dal punto di vista tecnico, è un film che vale zero e sancisce il tragico rincoglionimento di Chabrol

  5. utente anonimo on 22 dicembre 2005 at 19:51 said:

    questi francesi soo tutti figli di HITCHOCK…

    ma perchè fare un film che è stato girato già 2000 volte?

    basta… vogliamo innovarci?

    viva von trier

  6. ok ok mi sto infiltrando un po’ ovunque… ma è davvero divertente!

    chi dice che Chabrol si sta rincoglionendo non ha avuto la fortuna di incontrarlo a Torino a novembre! che personaggio! è ancora ironico e ricettivo! ve lo assicuro!

    la damigella d’onore è decisamente hitchcockiano (da Strangers on a train a Psycho, per chi non ci avese fatto caso) ma fa parte della sua bellezza! quello che sempre più ammiro in Chabrol è la leggerezza, la scorrevolezza. ed è per questo che l’ultimo Allen me l’ha ricordato.

    un consiglio? une partie de plaisir.

    Chiaretta

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