[il cinema ritrovato XX]

Day three: 03/07/2006

Omaggio a Vincente Minnelli
SOME CAME RUNNING (Qualcuno verrà, USA/1958)
R.: Vincente Minnelli. Int.: Frank Sinatra, Dean Martin, Shirley MacLaine. D.: 137’. V. inglese

Nella terza giornata di festival sono riuscito a vedere un solo film, e ancora una volta ho optato per Vincente Minnelli. Questa volta si tratta di una copia della cineteca svizzera, non luccicante come quelle del BFI ma comunque uno spettacolo: non un musical, Some came running, ma uno strano melodramma, strano perché costruito intorno ad un vero gioiello di sceneggiatura che trae molti spunti da commedia da un soggetto assolutamente drammatico grazie a dialoghi di precisione impressionante, strano perché implosivo e riflessivo, a parte ovviamente il finale violento e struggente, coloratissimo e iperrealista. Un grande film su un uomo che si barcamena tra l’incompatibilità di due mondi, lunghissimo e avvincente, e che ha dalla sua personaggi e interpretazioni indimenticabili, tra cui un Dean Martin che non si toglie (quasi) mai il cappello, e soprattutto Shirley MacLaine: dopo esserci inevitabilmente innamorati di lei, come al solito, il "suo" finale è uno dei più improvvisi e dolorosi che vi possano capitare sotto agli occhi.

6 Thoughts on “

  1. sono svogliato

  2. bellissimo e commovente film, un’interpretazione di di Sinatra e della dolcissima Shirley da ricordare…

    una bellissima rassegna, questa su Vincent Minnelli nel cinema ritrovato, insieme a quella sul cinema Greater than Life…

    ti invidio sinceramente,che passi le tue giornate a vedere questi bellissimi film …:)

  3. Anche svogliato reggi bene, direi. ^^

    “Some came running” (per una volta molto bello anche il titolo italiano ma un tempo i titolisti erano quasi poeti) è semplicemente meraviglioso. Giusto ieri sera ho finalmente visto, dopo averlo incrociato più volte, “A casa dopo l’uragano” (“Home from the hill”, dovrebbero darlo da quelle parti), una pre-soap cattiva e grandiosa, che mi ha fatto capire ancor di più quanto Minnelli fosse avanti. Basti vedere come filma la stanza del capitano Wade Hunnicutt/Robert Mitchum, un tempio pagano insanguinato dominato da una poltrona-totem-pietra tombale.

    (Se t’interessa il mélo minnelliano, recupera, se puoi, anche il misconosciuto “La tela del ragno”, per non parlare del furibondo “Brama di vivere” in cui i colori letteralmente esplodono fuori dallo schermo)

  4. @kusanagi: in realtà potrei vederne di più, ma tra il caldo e gli altri cazzi-e-mazzi, attraversare la città per arrivare al cinema, o attendere sotto la canicola che un film inizi, è un sacrificio che spesso non ho voglia di fare.

    @udp: “home from the hill” credo lo diano oggi o domani… avevo intenzione di vederlo, ma non so, tra il caldo [continua nella risposta precedente]

  5. utente anonimo on 4 luglio 2006 at 12:18 said:

    Ma perchè nel poster del festival hanno messo il faccione di Farinelli, seppur truccato dal solito Toccafondo?

    Guardatelo, è lui, baffi e colorito cianotico compresi.

    lonchaney

    p.s.: A casa dopo L’uragano DEVI vederlo, a costo di impiantarti un ventilatore in testa o affittare Mr. Freeze come dama di compagnia

  6. Grande film, uno dei migliori del grandissimo Minnelli

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