La ragazza con l’orecchino di perla (Girl with a pearl earring)
di Peter Webber, 2003

Non leggerete niente di inedito da queste parti, a proposito del film tratto dal best-seller di Tracy Chevalier: e cioè, leggerete che la preoccupazione principale di Peter Webber e del suo entourage è quella di riprodurre sullo schermo una collezione di "Vermeer in movimento", in realtà molto più statici dei quadri stessi, dimenticando per strada tutto quanto il resto. Tralasciando non solo la passione, i personaggi, la storia, gli sguardi, persino i pochi e timidi accenni metacinematografici (lo stupore di una ragazza di fronte alla camera oscura, e alla magia della luce che prende vita? E Griet non è forse l’archetipo della ragazza di campagna sedotta dal fascino del regista di turno e angustiata dalle avances del produttore?).

Se il romanzo – che non ho letto – si muoveva per forza su percorsi complessi per via dei molteplici livelli storico-narrativi (l’opera di Vermeer, la vita di Vermeer, i cazzi-suoi di Vermeer), il film invece fa insomma solo una sequela bei quadrettini uno dietro l’altro. Per carità, quadrettini di tutto rispetto (la fotografia è del chabroliano Eduaro Serra), ma che non salvano di certo lo spettatore da un film le cui ambizioni si rivelano infine un mero pacco. E per di più, noiosissimo. La reiterazione serva-timorosa-reverente-che-pulisce-lo-studio + Colin Firth-capellone-che-arriva-dal-buio la dice lunga.

La bellezza e il fascino inquieto della bocca di Scarlett Johansson sono inversamente proporzionali alla versatilità delle sue espressioni: timorosa, reverente, timorosa, reverente. Eccetera.

9 Thoughts on “

  1. dovessi usare un solo aggettivo per questo film forse userei esile. esile come una trama così sottile che sembra trasparente ed esile come tutto quello che hai scritto al solito tu alla perfezione. ma nonostante ciò mi è piaciuto perchè in fondo tutto quello ambientato nel 1605 mi piacerebbe a prescindere. e poi mi è piaciuta l’ipocrita praticità della suocera e l’alterigia capricciosa della moglie. su scarlett, che dire, in fondo questo è un film tutto suo, che hanno cucito addosso alla sua faccia, alla sua bocca, a quegli occhi straniti, timorosi e riverenti.

  2. Ma vogliamo parlare di cose serie, come ad esempio la combinazione “gote pittate di rosso scarlatto” / “hair extension di colore nettamente diverso dal resto della chioma” che il production designer ha ritenuto giusto appiccicare a un garzone di macellaro del 17° secolo ?

    (sembrava una comparsa del Rocky Horror, e all’epoca mi rovinò la giornata, anche se poi l’attore sfoggiò un look simile quando venne chiamato da Neil Jordan a impersonare un travone).

  3. anche tu eri davanti aklla tv ieri?

    ha ragione claudio, film esile e scarlett certo molto inferiore alle sue altre degne interpretazioni. stabilito il piano della trama il film dopo il primi venti minuti non aggiunge più nulla se non i quadri ben congegnati della fotografia…

  4. Qualcuno qui si è dimenticato di pregiudicare oggi, o sbaglio?

  5. @violetta: non ho parlato del signor Cillian Murphy solo perché non vorrei così bruciarmi la possibilità di strafarmelo. Cillian, se leggi questo sappi che il tuo look e sempre bellissimo, e anche tu. Cillian, ti amo.

    @noodles: sì, è raro che io guardi film in tv, ma non c’erano spot… grazie, rai3.

    @ohdaesu: come hai visto, sbagli. :-)

  6. Ah, demonietto!

  7. uffa, a me niente chiocciolina nel commento cinque!

  8. @clos: eccotene una tutta per te nel commento 8.

  9. ah, ecco dov’era finita! solo che mi faceva piacere essere con gli altri. beh, pazienza, ciao.

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