Le colline hanno gli occhi (The hills have eyes)
di Alexandre Aja, 2006
Prima i peggiori pensieri possibili e successivamente alcune critiche molto positive mi hanno permesso di vedere il remake del cultone (per alcuni, non per forza anche per me) di Wes Craven con una notevole dose di serenità. Guardandolo, e apprezzandone in parte lo spirito vendicativo e sanguinario, mi sono reso conto in fretta (complice anche la recentissima revisione dell’originale) di quanto Aja abbia praticamente replicato il film del 1977 aggiungendo ben poco di suo.
Si dirà, il ritmo è completamente stravolto (e adattato ai tempi: basta vedere il finale, che da tronco diventa modaiolamente beffardo), c’è molta più carne (e sangue) al fuoco, c’è una resa figurativa più compiuta. Ma la sostanza rimane quella: nell’ora e mezza scarsa che i due film condividono, non ci sono solo le stesse soluzioni narrative, ma la stessa idea morale – sia nella visione, dove Aja osa ovviamente di più, forte forse della sua estraneità all’horror americano, che nei contenuti – e persino, spessissimo, gli stessi dialoghi e le stesse inquadrature. Solo un omaggio dunque? Quello che alcuni chiamano remake-fotocopia? No, ovviamente c’è qualcosa di più, ma non è per forza un valore aggiunto.
Cosa aggiunge, dunque, il regista parigino dalla pettinatura indie, in quei venti minuti in più? Diciamo pure che allunga il brodo, esplicitando le sensazioni politiche che in Craven erano solo accennate: in una lunghissima sequenza non molto riuscita (fondamentalmente noiosa) trasforma la piccola e mostruosa famiglia nucleare – sia come nucleo come come atomica – in un villaggetto di mutanti e manichini, spostando l’opposizione da famiglia vs famiglia a sogno americano vs incubo americano, e se non fosse chiaro ci mette una bandiera americana infilata in un cranio (e poi in una gola), e un mutante che canta l’inno americano e sputa (giustissime) sentenze sulla crudeltà atomica statunitense.
Fa piacere che si renda chiaro in modo onesto quale sia lo spirito del film, ed è evidente che detto così, pane al pane e vino al vino, risulti alla fine tutto molto più semplice. Ma risulta anche e soprattutto più annacquato rispetto a quando, come in Craven, le argomentazioni sono un po’ più sottili e sottopelle, e non urlate. La stessa cosa che succede con la complicazione delle dinamiche familiari, con i duetti un po’ dualisti e semplicistici che oppongono il repubblicano Big Bob al democratico genero Doug.
Ciò nonostante, The hills have eyes ha anche i suoi bei momenti, con la violenza esplicita Aja ci sa fare davvero, e Brenda esulta ancora (la scena più bella e terribile di entrambi i film) quando vede esplodere Papà Giove insieme alla sua roulotte. Se vi accontentate, in giro c’è sicuramente di peggio, e con i remake si possono fare ben altri disastri. Tipo, per esempio, io non mi accontento del tutto.
Il film è stato proiettato in anteprima in molte sale italiane, la sua data d’uscita ufficiale è il 25 Agosto.
Questo è il film che, stando a Empire e ad Horror Magazine, fa entrare Aja nel filone dell’ “horror porn” assieme ad Eli Roth e Park Chan-wook.
Questo film è in realtà una puttanata di regime, ma non ditelo a Kekkoz, ché se no gli vacilla l’autostima e finisce che chiede la cittadinanza a stelle e strisce solo per poter votare repubblicano.
(Violetta)
@ ohda: O___O non riesco a vedere nessunissimo tipo di nesso tra eli roth e park chan wook
Eh, caro CinemaOlimpia, nemmeno io.
Passi Horror Magazine, che peraltro copia alcune parti dall’articolo di Empire; ma da una rivista a diffusione internazionale come Empire una superficialità del genere è da vergogna eterna. Perché non mettere anche Lynch e Cronenberg in questo fantomatico (e inesistente) filone horror porn, allora? Dopotutto fanno le cose sanguinolente.
Eli Roth dopo Hostel spero riesca a risollevarsi (quella sì che è una grossa bufala). Per quel che riguarda Hill, beh puttanata di regime mi sembra eccessivo (ovviamente mi riferisco al termine puttanata).
la discussione sull’horror porn mi aveva già fatto ridere moltissimo, grazie di averla tirata ancora in ballo. l’ignoranza della critica periodica non specializzata nei confronti del cinema coreano è cosa risaputa, ma qui siamo in territorio Zucker.
però, se ne parli.
riguardo alla puttanata di regime, io invece – al contrario di simone – sono parzialmente d’accordo con la prima parte. e vio, come sai la mia autostima è – as usual – già sottoterra, ma tranquilla, sopravviverò di certo alla tentazione di sentirmi repubblicano.
(che poi non ho mica detto che sia un film revolucionario o chissaché, ho solo detto che la questione politica è più calcata rispetto all’originale. o no?)
però, se ne parli.
(kekkoz accende una siga e aspetta litigi furenti)
…a me l’originale non ha esaltato…
Ma lo dicevo solo per smuovere un po’ le acque, dai.
(comunque – senza fare spoiler – a me quella metamorfosi là non ha mica convinto. va bene che Aaron Stanford dopo non uno ma due capitoli di X-Men in cui prendeva mazzate praticamente da chiunque aveva bisogno di rimettersi in pari, però, insomma …)
Scusate, ma questo non era “solo” un film horror..?
Dai, su, spegnete la luce che comincia la proiezione, non il dibattito politico…
;o)
BenSG
Un film in cui il cane ha più cervello di tutti gli altri personaggi messi insieme.. Altro che “dinamiche familiari”.. finto anti-americano sul nucleare e invece esci dalla sala con la voglia di possedere un arma.. Caro Kekkoz, io non ho visto l’originale di Craven, ma se questo ne é la quasi-fotocopia io eviterei di vedere altra spazzatura… Si salva solo un po’ di ironia nel finale, e qualche buona scena di violenza qua e là.
ERODADADAMS