C.R.A.Z.Y.
di Jean-Marc Vallée, 2006

Fattosi strada quasi a sorpresa spuntando dalla scorsa selezione delle Giornate degli Autori di Venezia, e lanciato nelle ultime settimane con una campagna pubblicitaria insolita, che ammicca soprattutto – e sbagliando il tiro – al pubblico più giovane (davvero tremendi gli spot radiofonici sulle frequenze nazionali), il film del 43enne regista canadese racconta la storia di un ragazzo che tra gli anni ’60 e gli anni ’70 vive la scoperta della propria identità in mezzo alla totale incomprensione del suo ambiente familiare, con un padre omofobo e quattro fratelli che sono più categorie mentali che veri personaggi, e sociale, il castrantissimo Quebec. Nel frattempo, già che c’è, ascolta della musica.

C.R.A.Z.Y., per quel poco che è stato visto – ora si attende il responso del pubblico italiano – è piaciuto davvero moltissimo. Mi aspettavo in realtà qualcosa di diverso, più vicino al cinema fanciullesco ed esagitato dell’Amelie di Jeunet o alla filologia esasperata di period film come Velvet Goldmine, vista anche l’importanza che la colonna sonora riveste. E invece C.R.A.Z.Y. ha almeno una dimensione tutta sua, abbastanza originale, che si barcamena tra le due indoli, tra un realismo estremo (come tutta la sequenza del funerale, lungi da me dirvi di chi) e l’epressione colorata e giocosa di una vitalità creativa, molte volte soffocata – un po’ come quella del suo protagonista. Ma non è per queste altalene stilistiche, non sempre azzeccate, che il film ha funzionato tanto. Ma perché, in tempi in cui la ruffianeria al cinema non si spreca, quella di C.R.A.Z.Y. ha davvero dello straordinario.

Come hanno scritto molti, "un buon film" e "molto godibile" lo è: ma spiace davvero che con una storia così non si riesca a dire nulla di davvero nuovo: un film che è risaputo fino alla nausea, e – mi ripeto – terribilmente ruffiano. Senza alcuna infamia, certo, perché tutto sommato si segue piacevolmente, è ben recitato e realizzato (e con pochi soldi, tolti i diritti per le canzoni); ma anche senza lode, perché vergognosamene compiacente in ogni piega della sua buona sceneggiatura stracolma di riferimenti mistico-cristologici. E se la buona fede di Vallée e soprattutto la sua sensibilità nell’approccio alla materia sono innegabili, lo sono anche tutti i cliché del caso, e un certo fastidio per un’occasione parzialmente sprecata (o per un eccesso di hype), troppo spesso affogata nella melassa.

Più stimolante semmai, seppur ancora banalotto, il percorso di fuga dalla realtà del giovane protagonista, dalle visioni adolescenziali (la scena del coro di Sympathy for the devil in chiesa sarà anche una bufala, ma è favolosa) fino a quel viaggio in terra santa (arricchita da uno dei più brutti zoom digitali che io ricordi), che dimostra una certa maturità degli autori nel sostenere che il viaggio alla ricerca della propria sessualità e della propria religiosità sono un tutt’uno, che si chiama identità. Sono certo che il pubblico giovane apprezzerà moltissimo: e come dargli torto?

16 Thoughts on “

  1. nulla da eccepire kekkoz, ma mi domando se è così vero che il film racconta cose risapute…

    Visto che, come ha detto un utente anonimo “i film che parlano di gay” (ma come si fa a dire una stronzata simile) mica interessano…

    Allora, delle due: o i film che parlano di ricerca della propria identità li hanno visti tutti, oppure semplicemente non li hanno visti, non gli interessano e risolvono il problema dicendo che li hanno già visti mille volte.

  2. inoltre direi che se si è indulgenti verso tutte le vari porcherie bim bum bam che passano in giro e verso i film culi e tette, si può anche dare una sufficienza piena a questo film.

    Anche se è evidente che chi non ha mai subito episodi di violenza, fisica o psicologica, per il solo fatto di essere diverso (in qualsiasi modo) non ha modo di appassionarsi a questa storia. Semplicemente non gli interessa. Detto questo la finisco con gli interventi perchè il troppo stroppia.

  3. su alcune cose ti ho già risposto su prejudice e non voglio ripetermi.

    con simpatia e garbo, spero proprio di essere fuori da tutto questo discorso, riguardo alla mia concezione del cinema (o meglio, facciamo, dei film), perché lo trovo anche un po’ offensivo.

    e anche un po’ banalizzante: l’immagine manichea di un mondo in cui c.r.a.z.y.-film-artistico-profondo si contrappone a resto-del-cinema-fa-tutto-schifo non la condivido affatto.

    ma proprio per nulla.

    inoltre, la sufficienza al film io l’ho data eccome. vedasi.

  4. Oscarissimo, soffri di allucinazioni pesanti, io non è che voglio litigare, ma davvero mi attribuisci affermazioni che penso abbia letto solo tu…

    E in più difendi questo film come se fosse avessi una percentuale sugli utili.

    Ma l’unica cosa che mi interessava puntualizzare era la prima.

    Valido

  5. (sorry, c’è un “fosse” di troppo nell’ultima frase)

    Saluti,

    Valido

  6. in quanto all’immedesimarsi, non sono troppo d’accordo con oscarissimo; questo filml’ho con piacere ma senza che mi coinvolgesse particolarmente. visto che l’ho tirato in ballo su prejudice parlando di c.r.a.z.y, posso dire che mysteriousskin mi ha scosso e provocato fino alle lacrime, eppure non sono mai stato violentato dal mio allenatore da piccolo. e visto che lo ha tirato fuori lui, posso dire che all’epoca altrettanto coinvolto mi aveva my own private idhao, eppure non sono mai stato narcolettico o prostituto in giro per le strade d’america. si potrebbe andare avanti per ore, penso.

  7. scusate se ho offeso qualcuno. non era mia intenzione. il discorso non era personale nè voleva esserlo.

    era un discorso generale – fatto un po’ ad alta voce – su quello che ci interessa vedere al cinema, sulle storie che ci interessa che ci raccontino.

    E mi sembra molto naturale che ognuno di noi è attratto da storie che sente più sue, più vicine al suo immaginario.

    In ogni caso mi accorgo di essere stato maleducato e mi scuso profondamente con kekkoz, perchè è casa sua e io sono stato un maleducato, e poi, in modo sincero con tutti coloro che ho in qualche modo offeso.

    Sulla immedesimazione, mi riferivo non tanto all’avere vissuto quella situazione nello specifico.

    Facendo un paio di esempi: per My own private Idaho: la ricerca del proprio posto nel mondo, la crescita e l’abbandono delle “sregolatezze” dell’adolescenza per le “responsabilità” della maturità.

    Keanu purtroppo vince perchè sceglie di essere “normale/regolare”, River perde – e non poteva essere diversamente – perchè sceglie una vita diversa.

    Non ultimo c’è il fatto di innamorarsi della persona sbagliata. A chi non è successo?

    In c.r.a.z.y. c’è la presa di coscienza, che avviene fin dalla più tenera età (per tutti) del nostro modo di vedere il mondo, il che porta, se tu non hai la visione che ha la maggioranza, a soffrire e volere essere come tutti.

    Sono situazioni che non occorre avere vissuto nello stesso modo, ma che chi ha vissuto in un qualsiasi modo sente maggiormente.

    Detto questo, vi ringrazio per la pazienza. E mi scuso ancora con tutti.

    Ah, si è vero: ho una percentuale sugli incassi in Italia ^_^

  8. Da parte mia nessun problema Oscarissimo.

    Personalmente, come diceva Coma, il coinvolgimento è dato in larga parte da come è girato un film più che dai temi che tratta.

    Per dire, “United 93″ emotivamente mi ha spezzato in due, eppure l’11 settembre io stavo comodo comodo a farmi i cazzi miei in ufficio, e non conosco nessuno che stava a New York.

    E come prova che i film sui gay mi interessano, sappi che adoro Point Break ;)

    Valido

  9. Hai fatto bene e inserire la locandina originale (almeno penso che lo sia) e non quella italiana, che con fine scelta cromatica esibisce tutti i colori del vomito.

  10. “hai fatto bene A inserire”

  11. utente anonimo on 28 agosto 2006 at 15:05 said:

    Visto per caso l’anno scorso a venezia. Allora lo giudicai molto paraculo. Tu hai detto ruffiano, ma mi pare siamo lì. 3 palle anche io

    Ciaoo Rob (uscito da recenti guai Telecom)

  12. sì sì lo so, il tuo “paraculo” è ormai entrato nella leggenda dopo il post di ohdaesu. io non l’ho usato per non ripeterlo pure io, ma ecco, l’ho pensato, sì sì.

  13. a me ha deluso molto, l’ho trovato persino noioso e non dice niente di nuovo

  14. a me è piaciuto un sacco il film… il ragazzino è molto carino, le musiche belle, i particolari di quegli anni curati bene, le battute spesso ironiche e divertenti, i personaggi molto caratterizzati ma ci stavano… poi si sa che le è storia è quella di tutti i giorni.

  15. E’ vero è gradevole ma manca qualcosa di non già visto, … pure la colonna sonora, che raccogliendo titoli di tutto rispetto, è abbastanza scontata

    Mi è ritornata però voglia di riascoltare un david bowie d’annata…

  16. io avrei una domandina…qualche riferimento a film in cui ritrovate cose di c.r.a.z.y.?

    non che a me sembri il film del secolo o della mia vita, però anche se c’è qualcosa di “già visto” non me ne sono accorta perchè stavo seguendo tuttaltro nel film.

    La storia secondo me è molto buona.

    La si segue e non stanca.

    I vestiti e le musiche sono meravigliosi e lui non so da dove è spuntato, ma mi piace.

    Non so, credevo fosse più come almost famous e invece mi ha piacevolmente sorpreso.

    Io lo rivedrei.

    scusate l’intromissione, sono approdata qui dopo un giro immenso…

    ciao*g

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

You can add images to your comment by clicking here.

Post Navigation