The prestige
di Christopher Nolan, 2006
“Do you love me?”
“Not today.”
Messo subito in campo – come già accennato in un commento – che l’attesissima nuova opera di Christopher Nolan è davvero un film eccellente, strabiliante al di sopra delle più rosee aspettative, è evidente per chi abbia avuto l’occasione e la fortuna di vederlo – e ne è esempio l’incredibile post stracciaocchi di Ohdaesu – quanto sia difficile parlarne senza fare affidamento ai dubbi e alle certezze causati dai complicatissimi sviluppi narrativi del film stesso. Perché The prestige è fatto di trucchi (più che altro di metatrucchi) simili a quelli proposti, ormai si sa, dai fascinosi illusionisti ottocenteschi dalle fattezze (e che fattezze) di Hugh Jackman e Christian Bale.
Al di là della discussione, altrove attivissima, sullo “svelamento anticipato” proposto con scaltrezza dall’abilissima sceneggiatura dei fratelli Nolan, in realtà completamente funzionale ad uno sviluppo metaforico che è sia riflessione sincronica sui meccanismi del cinema (nei rapporti tra costruzione del piano filmico e sospensione dell’incredulità), sia riflessione storica sul senso e sulla natura più archetipica del cinema (perché lo “scarto” tra illusione e magia, tra ingenuità e progresso, avviene, non a caso, negli ultimi anni dell’ottocento), rimane ben poco da dire. Oppure troppo.
La verità è che The prestige, sebbene la sua bellezza fuor dell’ordinario sia anche in qualche modo legata, come si è appena cercato di far capire, ai suoi inganni strutturali e alla sua accuratezza formale (non dimentichiamocelo, un film estremamente raffinato sotto il profilo visivo), è un film che sorprende per l’incredibile piacevolezza che accompagna il racconto (una storia di amore e ossessione assolutamente appassionante) oltre che per la cura nei dettagli e nella definizione dei personaggi (grazie a interpretazioni perfette come l’ineffabile presenza di David Bowie, pura fotogenia), in un’ottica che riavvicina un oggetto tendenzialmente – e pericolosamente – cerebrale, al puro piacere del cinema d’intrattenimento, e che lo fa con un’intensità che si poteva sperare ma che davvero non ci si aspettava.
Senza contare la frustrante – e quindi riuscitissima – sensazione di smarrimento e inquietudine che coglie inevitabilmente lo spettatore alla fine del film e nei giorni a seguire, a prescindere dalla quantità di dettagli che possano essere stati svelati da un occhio non del tutto passivo (o distratto) (o ubriaco). Perché dopotutto, mentre guardi una mano, con l’altra mano l’llusionista ti rapisce, e ti tira una sberla. Abracadabra.
“Now you’re looking for the secret… but you won’t find it because you’re not really looking. You don’t really want to know the secret… You want to be fooled.”
“rimane ben poco da dire. Oppure troppo” è una sensazione che si coglie immediatamente, che si dica tutto o che non si dica niente, impietriti o affabulanti di connessioni visive. E’ the prestige l’apice del cinema di Nolan davvero al di sopra di ogni aspettativa di decadimento autoriale.
splinder ha ancora il ciclo?
yeppa, delirio. yeppa.
(sì ha ancora il ciclo. niente feed. aggiornamento sfasato anche del template. uffi. vabbè, sopporto perché è natale.)
Nessuno mi ha ancora spiegato come mai lo “svelamento anticipato” dovrebbe essere voluto e funzionale (e, nel caso sia davvero voluto e funzionale, come mai alla fine venga invece presentato come svelamento a sosrpresa); detto questo, riconosco gli altri miei torti. Non riesco a dimenticarmi questo film (né a non trovarci nuove implicazioni ogni volta).
Oh
“sensazione di smarrimento e inquietudine che coglie inevitabilmente lo spettatore alla fine del film e nei giorni a seguire” basterebbe quest a rendere il film un oggetto prezioso su cui riflettere e ragionare a post visione. Nonostante la “freddezza” stilistica di Nolan, i due protagonisti finiscono col trascinare nell’abisso anche gli spettatori.
spoilerino:
Senza riaccendere focolai ormai spenti, ciò che nel finale viene presentato come sorpresa non è tanto il trucco di Borden (che, una volta svelato, rende Borden un signor nessuno, ma in grado di riabbracciare la figlia: per raggiungere il suo obiettivo, si è sporcato talmente le mani da arrivare ad annullare se stesso; annullare perché: morto il gemello, morta l’illusione, che è la sua raison d’être; ma soprattutto perché importante non è il segreto ma il trucco che vi sta dietro), quanto la verità del Grande Danton (per nulla un trucco, eppure sfuggente alla ragione, dell’uomo e dello spettatore).
..e io porgo l’altra guancia signor Nolan
sai che avevo intenzione di vederlo prima di questo commento spumeggiante?
ma ora vado più tranquilla, grazie.
D.
ps. dai.. smettila di cercare di ricordare tutti i particolari sfuggiti!
davvero grande nolan. vorrei postare, se solo blogger non mi avesse lasciato col culo per terra. in ogni caso, voglio rivederlo.
scusami se mi permetto..ma, guardi solo cinema contemporaneo?
@jerrygarcia: avevo letto la “tua” già altrove, e sono d’accordissimo con te. credo che dal post si capisca (semplicemente non volevo spoilerare: troppo implicito?).
@jecke: attendo il tuo post. se vedi che vengono le cose anche ai feed di blogger, fammi un fischio.
@anonimo: scorrendo i titoli sulla sinistra scoprirai che no, non guardo solo cinema contemporaneo.
però sì, negli ultimi mesi ho visto più cinema contemporaneo che altro, ma questo perché ne guardo meno rispetto a una volta (quando potevo quantificare in “tot film al giorno”) e insomma, mi piace anche tenermi aggiornato, ecco.
In realtà il mio commento era un’altra coda ai “discorsi contrapposti” fra i commenti del post di Oh. Mi lascio prendere dalla foga dialettica. Comunque dalla rece si capiva che siamo concordi. Fuck yeah.
acquolina in bocca…
lillo
Abbiamo postato quasi nello stesso giorno sullo stesso film (e con lo stesso entusiasmo o qualcosa di simile, mi pare). Mi sono ridotto a stupirmi di queste magie. E a subire i trucchi di Splinder che non mi fa più vedere il mio post.
io concordo sul fascino visivo e non solo del raffinato the prestige. e questo di per sè è ottima cosa e tra le migliori di questo autunno. però non riesco giuro a rendermi conto di questo spessore cinematografico vero che tutti sembrate vedere in questo ben fatto oggetto filmico fascinoso
trino
Ma svelata la sorpresa cosa rimane?
Io non vedo granchè… considerando pure che a metà film si capisce benissimo il trucco…
al di là del fatto che vorrei dal buon kekkoz delle precisazioni erudite sul valore “alto” (qualsiasi cosa voglia dire) di prestige, non capisco quale sia la sorpresa svelata. il trucco di borden forse si capisce un pochettino, ma (sarò io tonto) non è che si capisca proprio (c’è sempre qualcosa che non torna, no, prima dello svelamento). la cosa strana è che il trucco di angier è chiaro sin dal momento dei cappelli plurimi. da lì capiamo la vasca – è chiaro anche a me che sono tonto. quindi la scoperta finalissima delle vasche plurime non è una scoperta, ma non vuole esserlo. è una specie di “chiusura visualizzante” (non svelante, ma riassuntiva) del prezzo pagato da angier per la sua ossessione (una moltiplicazione morta) quale contrappunto del prezzo pagato da borden (una moltiplicazione viva e vissuta) con morale in primo piano: la disciplina spersonalizzante è cosa buona e giusta, l’ardire contronatura è cosa brutta. morale pienamente tardo-ottocentesca e vittorianamente borghese
Mi pare ovvio che la scelta di far capire tutto da metà film sia funzionale al messaggio: ok, vi mostro la soluzione, ma ve la mostro in modo così banale che fino alla fine crederete che non poteva essere quella.
Indubbiamente: il trucco del film è svelare il trucco a metà del racconto ma in modo che appaia tanto… “banale” che l’immaginazione dello spettatore si frega da sola cercando/guardando altrove. Ossia, il film riproduce la stessa identica abilità del prestigiatore (come ben sottolinea il monologo di Caine): distrarre lo spettatore o convincerlo di qualcosa, per allontanarlo dall’artificio.
Scusate se ripeto semplicemente quello già discusso con Jerry e Oh sui commenti al suo post, ma davvero non riesco ad entrare negli entusiasmi per il film di Nolan, che non trovo particolarmente raffinato, non più di molti altri film che hai piazzato sotto di lui in classifica. Ma va beh, quelli sono giustamente gusti. Però non capisco dove sia l’abilità “visiva”, dato che semplicemente nasconde il trucco scansando semplicemente la mdp dal volto di Fellon. L’ho trovato un buon film, questo è indubbio, ma con una sceneggiatura dalla quale non traspare la relazione ossessionante, quanto solo una serie di colpi di scena che ci vogliono stupire ( e ci riescono, figurati, però…).
Ultima cosuccia…ma i Figli degli uomini cosi in basso…perchè?? Lady in the Water decisamente ultimissimo; Le tre sepolture più su; Wallace & Gromit..mi pare esagerato; e anche Bittersweet Life un pò più su, anche solo perchè è l’unico regista a cui ho avuto l’occasione di stringere la mano in vita mia, a Firenze, va beh, son cose così…
J.
MEGA SPOILER:
Ma scusate, la vera rivelazione del film non arriva a tempo ormai scaduto, ovvero che Caine e BAle si ritrovano nella stressa stanza, a voler sottindere un’intesa tra i due fin dall’inizio?

Si spiegherebbe come mai Bale sia sempre un passo avanti a Jackman, anche nell’atto finale …
E l’ultima illusione non è forse quella metacinematografica, rivolta al pubblico disattento ?
gran bel film, ma gli manca la vertigine di Memento o Insomnia. il gioco sensoriale che catturava mente e corpo e ti faceva uscire dalla sala stordito. Impeccabile, ma un po’ gelido. E poi l’intreccio è abbastanza semplice, nel senso che è svolto con cura, ma non fa sorgere dubbio alcuno alla fine. Alla fine tutti i nodi vengono al pettine. E la tragedia delle vite di questi due disperati rosi dall’invidia e dalla vendetta emerge spaventosa. nessun vincitore, solo cadaveri sul selciato…troppi. Però dopo la delusione di Batman Begins, un sospiro di sollievo…
ciao, io ho visto il film ieri sera, vorrei chiedere a tutti quelli che pensano di aver capito “il trucco” di spiegarmi 1 di quale trucco parlano e 2 quale sarebbe la soluzione. grazie