Starter for ten
di Tom Vaughan, 2006
Scritto da David Nicholls a partire da un suo stesso romanzo omonimo (edito in Italia da Sonzogno con il titolo Le domande di Brian), diretto da un regista televisivo al suo esordio con un vero lungometraggio "per le sale", e prodotto niente meno che da HBO e BBC, Starter for ten è una commedia ambientata nella Bristol University della 1985, in cui la matricola Brian si divide tra la passione per University Challenge (popolare quiz televisivo in cui le università si sfidano su domande di cultura generale) e gli inevitabili problemi amorosi.
Starter for ten è, come ogni "period comedy" che si rispetti, infarcita della cultura che cerca di riprodurre: basterebbe guardare la colonna sonora, che riesce a piazzare dappertutto mezza discografia dei Cure (ma tutti pezzi sputtanatissimi, per dire, sui titoli di testa c’è Boys don’t cry). Ma il film di Vaughan e Nicholls riesce, con uno sforzo evidente, a fare un passo oltre, e nella giusta direzione: ovvero, riprodurre fedelmente quel tipo di commedia che in quel decennio spopolava e che – così – forse non si fa più.
C’è tutto, dalla contrapposizione socio-culturale di base (città vs provincia: Brian è un "proletario" capitato nel cuore di una famigerata intellighenzia bristoliana, e per questo deve vedersela con conflitti interiori, familiari, amicali, eccetera) a quella sentimentale, con la bionda spregiudicata e più tradizionalmente "bòna" e la mora più sensibile, sfortunata e politicamente impegnata. In più, metteteci la trama, il suo sviluppo, il modo in cui i nodi si attorcigliano e inevitabilmente si sciolgono, la somiglianza di James McAvoy con Andrew McCarthy e di Rebecca Hall con Molly Ringwald, e avrete, più o meno, una commedia degli anni ’80, à la John Hughes per capirci, anche se britannicamente declinata.
Al di là di considerazioni strutturali (ben più interessanti di un giudizio di merito, in questo caso), Starter for ten è un film leggero leggero, e piacevolissimo. Deliziosamente ingenuo: ma è proprio per questo che gli si è voluto bene. Non credo che lo vedremo da queste parti: dategli un’occasione. Sapete voi come.
vorrei solo aggiungere, in qualità di nota, una certa somiglianza di Alice Eve (la bionda in questione) con la signorina Violetta B.
Stavo per scrivere “sì, vabbé, Kekkoz è il solito esagerato”, poi ho visto questa:
http://outnow.ch/Media/Img/2006/StarterForTen/movie.fs/08?w=1400&h=933
e mi è preso un colpo.
- vb –
O-mio-dio!!
Ningia
l’avevo detto, io.
separate alla nascita.
… Ma farò di più: quando sarò il Dio del Cinema (cit.) convincerò questa tizia a tingersi capelli e sopracciglia di scuro, così da rendere l’illusione ancora più completa.
- vb –