Gomorra
di Matteo Garrone, 2008

Volti, passi, parole, centotrenta minuti appiccicati a loro, ai personaggi delle "storie" di Gomorra, dirette da uno sguardo tra i più maturi e sconcertanti del cinema europeo, che fa la scelta ammirevole e scioccante di rifuggire sia le sirene del genere che quelle, ancora più rumorose, del cosiddetto cinema sociale, forgiando un affresco di morte dominato dall’ineluttabile, ma non quello più consolante e tutto sommato consolatorio del destino e del fato, ma l’ineluttabile umano della causa e dell’effetto, quello insomma per cui una pistola raccolta in scena dovrà prima o poi sparare, facendone un eccezionale romanzo sulla perdita dell’innocenza di un’intera città, di un intero mondo, sul veleno e sui morti che concimano la terra su cui siamo cresciuti, ma soprattutto un vero gioiello di narrazione ondivaga, paziente nel ricostruire le sue cause alle sue conseguenze ma morbosamente teso fin dal suo mettere subito le cose in chiaro, ambientato in una realtà che è tanto dura e vera da risultare aliena e romanzesca, Gomorra è così, un ineluttabile romanzo di morte ambientato su un altro pianeta, il nostro, da cui non c’è fuga, chinati tra gli spari a vuoto e le canzoni d’amore, né riscatto tra i cuori che esplodono, quelli che implodono, e quelli che si spengono lentamente, né altro che una vaga speranza – che abbia però l’amaro retrogusto dell’immolazione, del sacrificio di sé, dove si è eroi già morti di un’epica della sconfitta urlata tra le chimere esplosive o di un levissimo prestigio conquistato con la paura e poi sussurrato in un’alba dolce e impalpabile, e infine sempre e comunque schiacciati, schiacciati dai grigi cupi degli ampi panorami, in un film preziosissimo ma non solo, unico ma non solo, davvero, un film italiano come non se ne vedevano da anni.

Non avevo nessuna voglia di scrivere di questo film – che va visto, vissuto, consumato avidamente. Questi sono solo i miei accennati venti centesimi, pallido specchio di un turbinio continuo di cose che non trovano la loro via d’uscita. Se volete invece leggere qualcuno che ha saputo scriverne davvero, ci sono UnoDiPassaggio e Chamberlain.

18 Thoughts on “

  1. E figuriamoci se volevi scriverne!!! Stavo perdendo fiato mentalmente data la mancanza di punti!!! Grandissimo come sempre!

  2. spero di vederlo questa sera, sono molto curioso

  3. utente anonimo on 20 maggio 2008 at 16:19 said:

    cmq è vero, è un film che poi non ti fa voglia di scriverne.

  4. utente anonimo on 20 maggio 2008 at 16:53 said:

    zoomorra…

  5. Ho letto tutto d’un fiato.

    Aspettavo con impazienza questo post…

    Speriamo arrivi da queste parti prima dell’autunno… (Essendo a Cannes magari..)

    Eazye

  6. @anonimo#4: WTF?

  7. Un film notevole che spero vinca a Cannes, secondo te ce la può fare?

    Nel mio stile aulico anche io ne ho scritto nel mio blog.

    A me mi ha colpito in tutte le accezioni possibili di questo termine.

    Con stima.

    Rob.

  8. c’è tanto da dire su questo film di tutto e di bello e di potenza e forza che le parole son tutte inadeguate

    daniela_elle

  9. Onorato.

    (comunque i tuoi sono “venti centesimi” preziosissimi, per niente pallidi)

  10. @UnoDiPassaggio: sappi che il tuo post rientra nella categoria post letti ad alta voce in casa di kekkoz.

    Sei i.m.c.b.i.

  11. informazione gratuita…il 30 maggio esce once!!!!!!!

    -Alessia-

  12. utente anonimo on 21 maggio 2008 at 12:20 said:

    bohmorra

  13. utente anonimo on 21 maggio 2008 at 14:14 said:

    lowmorra?

  14. Ah contento tu, contenti tutti.

  15. utente anonimo on 21 maggio 2008 at 20:25 said:

    NOMORRA!!!!

  16. utente anonimo on 22 maggio 2008 at 09:38 said:

    per non parlare dlel’incredibile herculaneum dei titoli di coda…

    lily

  17. utente anonimo on 22 maggio 2008 at 10:53 said:

    A proposito, qui c’è un illustre commento su Gomorra…

    http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/cannes/Afef:-Gomorra-fa-male-allItalia/2243847/1/1?speciale=cannes2008

    Sapete se avanza un missile teleguidato?

    [astarte]

  18. saviano non gradito a napoli dai borghesi del vomero…nemo profeta in patria non è una consolazione… che rabbia

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