L’incredibile Hulk (The incredible Hulk)
di Louis Leterrier, 2008
Per essere un film su cui abbiamo tirato badilate di letame per mesi e mesi, fin da quando era ancora in fase di pre-produzione, e contro cui si erano scagliati quasi tutti – sia i (pochi ma buoni) fan del tragic-melò Hulk di cinque anni fa, sia quelli che avevano detestato quella versione ambiziosa e commercialmente disastrosa – soprattutto di fronte a scelte di cast e di crew che suonavano, e ancora suonano, abbastanza inaudite (in primis Edward Norton come Bruce Banner), per essere tutto questo si può dire in tutta tranquillità che L’incredibile Hulk se la cavi piuttosto bene.
Bisogna capire subito che questa versione, che azzera la versione di Ang Lee ripartendo da capo, utilizzando più che altro come trampolino la serie tv (la prima trasformazione con gli occhi verdi è una citazione esplicita, il cameo goliardico di Lou Ferrigno è rivelatorio, gli intelligenti titoli di testa risolvono in fretta e furia la manfrina mitopoietica come fossero dei credits seriali) accantonando immediatamente l’annosa questione del "confronto" e – secondo la pretestuosa distinzione già utilizzata qui – "spostando" letteralmente Hulk dalla visione autoriale e scespiriana del regista cinese a una prospettiva di più specifico intrattenimento, non si avvicina né al suo precedente né tantomeno ai recenti ottimi risultati ottenuti in casa Marvel – leggi Iron Man – e ha una sceneggiatura (o almeno, quel che ne rimane nel final cut) che sembra scritta da un polygen in ferie oppure da un adolescente frettoloso che tralascia i preliminari nella fretta di passare al fattaccio.
Ma il ritmo concitato dell’action-movie rocambolesco giova anche, in qualche modo, alle vicende dell’omone color smeraldo, permettendogli di schivare con grande agilità i rischio del kitcsch, del camp, del trash, o semplicemente del brutto. L’incredibile Hulk è insomma un film che abbassa le pretese, ma che risulta divertente e anche ben fatto: Leterrier si limita a dirigere cautamente e senza farsi vedere troppo, pur divertendosi parecchio a fare voli d’uccello sulle favelas brasiliane, e che nelle sequenze d’azione, soprattutto quelle finali a Manhattan (con un paio di scene che risentono del post-Cloverfield) mette una furia distruttiva che si accoppia bene con l’ira funesta del verde protagonista. Ma non nascondiamo anche che la parziale riuscita di questo film impossibile sia dovuta a questo nuovo Hulk digitale, che nonostante le scarsissime pretese di realismo interattivo è di una fotogenia e di una bellezza folgoranti – e pure affascinante è la sua nemesi (la parola "abominio" è messa là per far contenti i fan), che fa intuire un improvviso interesse del film per la mutazione, con un risultato horrorifico eccellente. La sequenza della caverna invece è una versione più moscia dell’equivalente in King Kong di Peter Jackson, ma non si può negare che funzioni.
Norton pare ci abbia messo molto del suo, ma l’impietosa forbice degli studios ha lasciato ben poco del suo "studio". Poco male: il suo Bruce Banner, mingherlino ma cazzuto, muscolosetto e cagachiavette, molto più Bill Bixby che Eric Bana, è davvero ottimo. Tim Roth invece, soprattutto seminudo, è quasi più sgradevole della sua definitiva incarnazione maligna: ed è cosa buona e giusta.
Il crossover finale, che non svelo nonostante sia ormai noto da tempo (e stavoltà è prima dei titoli di coda) rende ancora più palese la rilevanza che la Marvel sta dando all’avvento degli Avengers: un progetto monumentale e senza precedenti che, reso possibile solo dalle attuali modalità di comunicazione, potrà cambiare radicalmente negli anni a venire il volto del cinema superomistico, e forse di tutto il cinema mainstream americano. Staremo a vedere.
In ogni caso: è bello rivederlo. Ha un abito adatto a ogni occasione.
Volevo aggiungere:
PRIMO) i titoli di testa, mi smentisca chi li ricorda meglio, ma sono UGUALI quasi precisi a quelli della serie tv. E poi c’e’ lui che guarda in tv un film con Bill Bixby. E la colonna sonora. Insomma, mancava solo Jack McGee.
2) PRIMO
Non ricordo se i titoli di testa siano uguali a quelli della serie – di sicuro sono uguali a quelli di una serie.
Bè, insomma, non del tutto negativo no? Io sono curiosa.
di sicuro sono uguali i macchinari e piu’ di un’inquadratura
@sergio: sì, certo. Tra l’altro fa proprio lo stesso ruolo, quello di una guardia di sicurezza.
Ma qui ha un paio di battute particolarmente ammiccanti – a cui si aggiunge che in lingua originale la voce di questo Hulk è proprio di Ferrigno.
http://youtube.com/watch?v=2bqZa5HBNSg
il riferimento esplicito alla serie c’era gia’ nel manifesto, Norton con la tracolla e lo sguardo in basso e’ preciso a Bill Bixby nella serie
Bill Bixby pero’ non si batte, piu’ uomo medio inutile inoffensivo invisibile di lui non c’e’ nessuno, il contrasto era spettacolare. Norton invece si e’ fatto i muscoli con le arti marziali brasiliane (o a stare coi nazi).
cagachiavette è belisimo – film schizofrenico ma tutta la parte del mostro, dei botti, del wrestling mi piacque il resto è un po’ pisciato ecco
d_elle
Ma perchè sto spoilerone sul crossover, cosi ora so dove è piazzato? Ah mannaggia a me che bazzico ancora sui blog prima di veder i film. Jiro
E sì che mi ero impegnato nella discrezione…
che faranno il film degli avenger non è granché spoiler, sta scritto pure su sorrisi e canzoni, per dire. lo “spoiler” è un altro, kekkoz è stato una tomba. quasi.
a
Adoro questi film, li ho apprezzati quasi tutti.
Ma questo in particolare pare proprio una lunga preprazione di quello che sarà.
Tecnicamente fa rimpiangere Favreau (cosa non facile) e tutta la prima parte è una premessa fatta dei soliti lunghissimi inseguimenti a cui segue una seconda parte di film perlomeno divertente e che rivela quelli che saranno i prossimi sviluppi.
Tutto sommato un’occasione sprecata.
Dimenticavo. Anche la parola “hulk” è messa lì per accontentare i fan
“la manfrina mitopoietica”
fan-fuckin’-tastic!
Eazye
Non lo so… ma mi puzzano sempre di polpettoni!!!
Ah… io il film non l’ho visto, e pertanto mi fido ciecamente di quello che scrivi.
Però permettimi di dissentire sulla ‘…fotogenia e bellezza folgoranti…’
Non mi pare proprio. Quello di Ang-Lee non mi era piaciuto per niente (troppo ‘pupazzone’ forse) ma questo in confronto mi sembra la playstation di mio nipote.
No, no va bene il risparmio, ma insomma…