Son of Rambow, Garth Jennings 2007

Son of Rambow
di Garth Jennings, 2007

Esordire nel Regno Unito con una cosetta come la Guida galattica per autostoppisti fu un notevole rischio, per il regista di alcuni bellissimi videoclip nascosto dietro il marchio Hammer & Tongs, che condivide con il socio-produttore Nick Goldsmith. Il film lasciò infatti molti scontenti, tra i fan i Douglas Adams e non solo: da queste parti, all’esatto contrario, si sperò ardentemente, con notevole entusiasmo per la freschezza e il senso dell’humor dimostrato con il suo difficilissimo adattamento d’esordio, che Garth Jennings sfornasse al più presto un secondo lungometraggio.

E l’attesa è stata ben ricompensata, perché Son of Rambow è davvero un piccolo gioiello. Con tutti i crismi del cinema indipendente, è chiaro: e non c’è dubbio che qualcuno potrà tacciarlo di ruffianeria e stucchevolezza. Ma se tali sono i rischi, quando si trattano materie delicate pur se rodatissime come la fine dell’infanzia e il potere dell’immaginazione, questo non è il caso del film di Jennings. Che riesce invece a mantenere quasi sempre un registro perfetto tra malinconia e tenerezza, tra ironia e dramma, lasciandosi andare a libertà espressive che provengono dal substrato "musicale" di Jennings e Goldsmith (gli improvvisi splendidi inserti animati) ma con un’immediatezza e un piacere del racconto quasi spontaneamente commovente.

Che nel film ci sia molto di Jennings, che ha scritto anche soggetto e sceneggiatura, è evidente ad ogni passaggio – rendendo Son of Rambow non solo il suo primo vero film personale, ma una vera e propria confessione, e una dichiarazione d’intenti che fa sperare ancor più nel suo futuro. Fortuna sua aver trovato due giovani protagonisti come Will Poulter e Bill Milner, entrambi assolutamente esordienti e altrettanto stupefacenti, per ricreare questo tassello della sua infanzia, tanto emotivo quanto onesto anche nel suo divertirsi con gli stilemi del period movie (la scena della festa con il balletto sulle note di Just Can’t Get Enough dei Depeche Mode). Va bene anche a noi: dopotutto, ognuno di noi, nell’infanzia, è stato l’introverso Will o il prepotente Lee Carter – e ha avuto l’altro come amico di conseguenza. A quel punto, basta scegliere. Un vera sorpresa, in ogni caso, trovare la Jessica Hynes di Spaced in un ruolo senza derive comiche – e trovarla così brava.

Poi, Son of Rambow fa un’accoppiata impagabile con un altro film di questa stagione, Be kind rewind di Gondry, nel celebrare degnamente il rapporto strettissimo tra l’avvento del supporto magnetico di massa e la crescita di un’intera (e allargata) generazione, legata a una doverosa perdita dell’innocenza che si chiama cinefilia. A oguno la propria, personale e insostituibile, dolcissima o dolorosa, cinefilia.

Il film è uscito ad Aprile nel Regno Unito, e a Maggio negli USA. In Germania esce la prossima settimana, in Francia addirittura a Gennaio. Non è ancora prevista un’uscita italiana.

Il DVD inglese è uscito due giorni fa: si può acquistare qui.

Due curiosità: il ragazzino che nel filmato d’archivio della BBC "strappa" il premio di Screen test a Lee Carter è Jan Pinkava, futuro e geniale regista e sceneggiatore della Pixar: suo il capolavoro Geri’s Game, e la co-regia di Ratatouille, accanto a Brad Bird. E il bellissimo personaggio del ragazzino francese è interpretato da Sam Kubrick-Finney, il nipote di Stanley Kubrick.

4 Thoughts on “Son of Rambow, Garth Jennings 2007

  1. cercherò in qualche modo di vederlo.

    and

  2. Bello bello. L’ho visto seduto sulle rive del torrente e mi è piaciuto. Thx

  3. vero, gran bel film.

  4. utente anonimo on 13 novembre 2008 at 13:21 said:

    Filmetto grazioso, ma mi metto tra quelli che lo tacciano di ruffianeria.

    Lee Carter nel cuore

    Carlo

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