L’autre, di Patrick Mario Bernard e Pierre Trividic
Venezia 65, Concorso
Immagini di fari di automobili riprese dall’alto, punti luminosi che si muovono nel buio, una stanza, una donna davanti allo specchio – che si dà una martellata in testa. L’inizio di L’autre è veramente favoloso, potente, suggestivo: e il film dimostra per tutta la sua durata una ricerca visiva, e un impatto plastico, che lasciano ipnotizzati. Peccato non si possa dire lo stesso del film che queste immagini raccontano: una storia di soffocata follia, di irrazionale gelosia, che nasconderebbe una riflessione sulla paura di rimanere soli – ma che purtroppo è svolto attraverso una narrazione che prima sceglie il caos – affaticando moltissimo – e quando prende vie più lineari fa sopraggiungere una noia tale che si arriva a dubitare della buona fede dei suoi autori. Ottimo quando riesce a inquietare con un incubi di schizofrenia e ossessione amorosa – ma per buona parte davvero tedioso.
eh, i primi minuti con quelle macchine nel traffico hanno colpito tutti.
In questo caso concordo con te al 100%… E, già che ci sono, visto che la mia avventura veneziana è già finita, ti ringrazio per il prezioso lavoro che stai facendo: anche quando le mie opinioni divergono dalle tue, trovo le tue analisi essenziali, sagaci, illuminanti…