Süt (Milk), di Semih Kaplanoglu
Venezia 65, Concorso
Pare evidente che il film del turco Kaplanoglu – tra i più benvoluti della selezione del concorso, almeno a priori – non sia la "solita fuffa festivaliera di cui si parlava in occasione di The visitor: c’è dietro un progetto, una visione del mondo, una vibrazione autentica. Lo riconosco. Ma resta il fatto che Süt è il perfetto esempio di quei film che rendono invisi i festival agli occhi del grande pubblico: campi lunghi, tempi lunghissimi, grandi silenzi, macchina fissa, una buona metà di film in cui non accade assolutamente nulla, e tutto ciò affrontato con molto di compiacimento, e come se per raccontare una storia così non ci fosse altro modo che questo. Ad un certo punto il film prende però una via più precisa, e il prefinale può vantare la bellissima sequenza della caccia, che si conclude con un campo/controcampo quasi simbolista, tra le cose più geniali viste al festival quest’anno. Peccato che si debba aspettare un’ora e mezza, per vederla.
tra l’altro dopo The rock (Jerichko) e Toby Maguire (Inju) abbiamo trovato anche il sosia di Riccardo Scamarcio! o sono pazzo io?
hawke