BirdWatchers – La terra degli uomini rossi, di Marco Bechis
Venezia 65, Concorso
Il film di Bechis doveva essere il gioiello brillante della selezione italiana in concorso: e se anche forse non è bello quanto si sperasse – ma le aspettative erano alte, altissime, pure troppo – senza dubbio si difende con le unghie: Bechis ha un rigore registico che dalle nostre parti spesso ci si sogna, e la capacità di imprimere un’intensità davvero impressionante anche a un singolo movimento di macchina, a un carrello in avanti. In ogni caso, anche se il film osa molto meno di quanto potrebbe, questa storia di espropriazione e riappropriazione, di contrasto tra tradizione e compromesso, funziona fino in fondo. Del tutto accessorio il cast italiano, da brividi quello guaranì.
Ti sei dimenticato di dire che assomiglia a Lost
Maria Sung
Visto stasera.
Segnalo che il doppiaggio fa cagare (perché spero che i guaranì non fossero doppiati anche nella versione che hai visto tu); c’è di mezzo anche Santamaria, un nome una garanzia; di schifezza.
Non riesco a crederci che hanno avuto il coraggio di doppiare un film COSI’? Ma sul serio?
Ciaoo Rob
Ovviamente la versione vista qui era in lingua: un misto di guaranì e portoghese. Trovo abbastanza scandaloso che sia stato doppiato, ma nulla di nuovo purtroppo.
Cito una mia amica: “Gli indios parlano tra loro in italiano, parlano in un italiano stentato con i fazendeiros, cantano nella loro lingua e pregano in tutte e due”.
segnalo che a roma al nuovo olimpia si puo’ vedere la bella versione originale-alp