Changeling, Clint Eastwood 2008

Changeling
di Clint Eastwood, 2008

Non è un problema per me fare ammenda su un pregiudizio errato: non è la prima né l’ultima volta. Tuttavia, ci tengo a sottolineare come Changeling fosse un film davvero facile da sbagliare: per la scelta di una storia così emblematica, di un periodo storico così spesso rappresentato, di una star così ingombrante a fare da protagonista. Quest’equilibrio sottile, sotto al quale si nasconde altresì il rischio del ricatto, rende ancora più bello l’ultimo film del regista californiano. E per l’acuto impatto del film non è da dimenticare l’intelligenza, sperimentata già dal regista in Million dollar baby, con cui è costruita la campagna pubblicitaria – basata quasi esclusivamente sulla prima metà del film: il resto è davvero tutto da scoprire.

Grazie a questi accorgimenti e a una misura e un rigore che ormai sono notoriamente tra i suoi marchi di fabbrica più riconoscibili, Eastwood è riuscito invece a costruire un film bellissimo e profondamente sofferente, in cui gli elementi classici – tra cui la colonna sonora di Eastwood stesso, che (spiace dirlo) è pessima, ridondante e stucchevole – e l’interesse per la cura maniacale della ricostruzione storica (con un artificio davvero geniale: il cappello del 1928 e quello del 1935) si mescolano a uno sguardo del tutto attuale sulla perdita dell’innocenza di un’intera nazione, che cade con ben poca casualità proprio negli anni della grande crisi economica. Una nazione che tiene le porte ancora aperte, e che si scopre insicura, violata, e che, quasi come fosse uno stupro collettivo ribaltato, scopre il dolore della perdita. In realtà, è una ri-scoperta: lo fa ciclicamente. Questa volta, lo legge negli occhi di una madre.

Messa da parte l’ineccepibile e difficilmente discutibile bellezza del film, ho riscontrato alcune cose straordinarie in esso, non dal punto di vista qualitativo ma come elementi sostanziali del film, che valgano come elementi di riflessione. Il primo è la presenza, assolutamente inusuale e sorprendente, della Provvidenza (proprio lei) come meccanismo narrativo, resa esplicita dalle parole del pastore Gustav Briegleb, interpretato da John Malkovich. Il secondo, che gli si appaia, è la fiducia incrollabile di Eastwood nei confronti della Giustizia con l’iniziale maiuscola – nonostante lo sguardo sulla pena capitale sia tutto tranne che rasserenato e catartico. Il terzo sono un paio di caratteristiche fittizie del personaggio di Gordon Northcott: il fatto che sia rappresentato come un solitario "agente del caos" (la madre-complice sparisce nel film) e soprattutto come una minaccia esogena.

L’utimo è che Changeling è sì uno dei film più cupi e neri del regista, in cui le istituzioni della legge e dell’ordine peraltro vengono rappresentate con un quoziente di corruzione che riesce a fare impallidire la furia incontrollabile di un assassino seriale (mettendoci di fronte a qualche serio e gradito dubbio percettivo ed emozionale) ma allo stesso tempo è un film che apre un notevole spiraglio – chiaro fino all’effetto-didascalia – alla speranza, allontanandosi parzialmente dalla disillusione che caratterizzava in modo più netto altri suoi film. O meglio: forse l’unica speranza rimasta a un paese violato è forgiata con la stessa materia dell’illusione.

11 Thoughts on “Changeling, Clint Eastwood 2008

  1. Non so se quella speranza finale sia davvero positiva. A me sembra più un happy end apparente come lo sembrava (almeno per Jimmy) quello di Mystic river.

  2. Mannaggia, lo sapevo. Ed io che non riesco mai ad andarlo a vedere… speriamo di riuscirci prima che i film-panettoni lo silurino dalle sale.

    Ciao.

    Chiara F.

  3. @noodles: è quello che ho scritto, circa. No? :-)

  4. lo sapevo lo sapevo che changeling era un bel film!!!!!!!!!!!!!

    -Alessia-

  5. Ah, mi pareva.

    Maria Sung

  6. ti amiamo di più quando ti ricredi.

    (tutto questo senza che io abbia ancora visto il film, ehm)

  7. ti voglio bene, sì, sì

  8. Commento (da anni) ridondante: ottima recensione, Kekkoz!

    P.S.: non ho poi capito: ma i link al mio blog nei commenti li posso mettere? :D

  9. sì in effetti rileggendo l’ultima frase…

    sono un lettore disattento.

  10. L’ho appena visto e anch’io ero partita prevenuta…il film è bello, ma per un mio limite, non sono riuscita a godermelo vista la presenza della Jolie che non mi convince, che m’infastidisce, tutta occhioni, labbrone e ossicini. Ho molto apprezzato la tua osservazione circa la Provvidenza che qui diventa il personaggio più interessante. Però…il film non mi ha convinto del tutto.

  11. utente anonimo on 22 febbraio 2009 at 20:22 said:

    bel film,peccato per la pessima interpretazione della jolie,mai credibile

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