La coniglietta di casa, Fred Wolf 2008

La coniglietta di casa (The house bunny)
di Fred Wolf, 2008

"The eyes are the nipples of the face."

Bisognerebbe erigere una statua ad Anna Faris. Almeno, lo dovrebbe fare Fred Wolf e tutta la produzione di The house bunny, il nuovo film scritto dalla coppia di sceneggiatrici di Legally blonde, Kirsten Smith e Karen McCullah Lutz. Anche perché queste ultime si limitano a redigere una variazione sul tema del loro celebre film del 2001, creando non solo un nuovo traguardo di Cinema Vaginale, ma un pigrissimo bignamino di sceneggiatura: il tipico film in cui durante ogni sequenza sai perfettamente, e non puoi fare a meno di sapere, cosa succederà nella sequenza successiva.

Mi correggo: sai già tutto dal principio, con esattezza. Ehi, sequenza in cui lei si rende ridicola cercando di essere diversa da ciò che è, ci sei? Ehi, sequenza in cui le protagoniste diventano stronze e poi arriva qualcuno e glielo fa notare e si pentono immediatamente, ci sei? Ci sono. Fa parte del gioco, dopotutto: la prevedibilità in questo caso fa il paio con la rassicurazione – e non c’è niente di maligno, in fondo, a voler essere rassicurati. Sul voler essere rassicuranti, invece, avrei qualche dubbio in più. Ma quello che mi chiedo più di tutto è: la Smith e la Lutz credono davvero che le spettatrici siano così stupide da non capire il messaggio del film senza che un personaggio lo reciti a pappagallo nel finale?

Eppure, c’è un eppure: la presenza irresistibile, solare, a tratti persino geniale, di Anna Faris. La protagonista della saga di Scary Movie e di Smiley face riesce a rendere il film ben più che sopportabile. Divorandoselo. Sarà per il suo phisique du role improbabile (ha un gran bel fisico, ma di certo non da coniglietta di Playboy), per la sua abnegazione miracolosa al ruolo dell’oca senza speranza, o semplicemente perché è una delle più bravi attrici da commedia in circolazione: fatto sta, che quando la Faris è in scena ci si sganascia dalle risate, quasi sempre, quasi senza volerlo, e quasi senza sensi di colpa. Ho detto quasi.

La paraculissima colonna sonora, oltre a infilare ben due pezzi dei Ting Tings, è piena di roba inevitabile come Rihanna e le Pussycat Dolls, ma contiene anche il miglior uso possibile (forse l’unico) che si possa fare di Girlfriend di Avril Lavigne in una soundtrack. Sarà banale, ma ci sta. Curiosa, per mera aneddotica, la scelta dei membri della sorority house che ospita la protagonista: a parte Emma Stone e Kat Dennings (sentiremo parlare molto di entrambe, garantisco), c’è dentro una finalista di American Idol, una delle Cheetah Girls, e la figlia di Demi Moore e Bruce Willis.

In ogni caso, facili snobismi a parte, un film sufficientemente divertente, talmente leggero e naif da farsi perdonare più di quanto perdoneremmo altrove.

Nei cinema dal 5 Dicembre 2008

*a costo di vederlo in lingua originale. Lo so, sono noioso.

10 Thoughts on “La coniglietta di casa, Fred Wolf 2008

  1. La Faris è un vero animale da commedia, hai ragione. E non è poco. Negli Scary Movies, anche quando degenerarono nel demenziale pecoreccio più totale, lei se ne usciva sempre con qualche sequenza divertente.

  2. A parte che le solite finte brutte della sorority house piu’ che come semplici nerd si vestono e truccano come orfanelle abbandonate dai genitori il giorno di Natale sotto un ponte quando avevano 4 anni, per dirvi il grado di impegno. Ecco, a parte questo, chi ha scritto il personaggio della tipa che cammina come Quasimodo e’ un malato di mente a cui dovrebbero sequestrare la macchina da scrivere, ma non prima di averla usata per schiacciargli tutte e dieci le dita delle mani.

  3. Oh a proposito, sapevi che lo spunto originale era proprio della Faris che pero’ voleva farne un dramma in cui l’ex coniglietta iniziava a drogarsi e prostituirsi pesa? Poi le hanno detto “e se invece ne facessimo una commedia ottimista, superficiale e scontata dall’inizio alla fine in cui c’e’ anche una che fa ridere perche’ cammina come Quasimodo?” E lei: “Ok”. E’ vero, l’ho letto in un’intervista a lei.

  4. utente anonimo on 3 dicembre 2008 at 11:53 said:

    Emma Stone non é mica la fica roscia con la voce sensual-roca di Superbad?

    Eazye

  5. utente anonimo on 3 dicembre 2008 at 11:57 said:

    tra le altre cose prodotto dalla Happy Madison di Sandler…

    Tony Motorello

  6. @Eazye: sì, certo che è lei – ma immagino che la tua fosse una domanda retorica.

    (Eazye e Tony Motorello: visto che siete la stessa persona, usate una firma sola? Dai.)

  7. utente anonimo on 3 dicembre 2008 at 16:42 said:

    bella la tua recensione del film di Clint.

    ti invito sul mio sito,

    http://www.lacivettadiatena.blogspot.com

    saluti!

  8. utente anonimo on 4 dicembre 2008 at 16:10 said:

    Mi accodo al gruppo di chi adora Anna Faris

    Banjo

  9. Per chi se lo fosse perso *, l’articolo di questa estate sull’LA Times che illustra il processo creativo delle due sceneggiatrici:

    http://tinyurl.com/6gtumg

    Violetta

    ( * con questa frase non voglio offendere nessuno. Abbiamo tutti le nostre fisse che agli altri comunicano poco. Quella lì, ad esempio.)

  10. caspiterina! anna faris approvata in pieno.

    mi chiedo da sempre com’è che in America si può essere brave attrici comiche e delle graziose fanciulle senza vergognarsene (cif anche la McCarthy). Noi abbiamo la Cortellesi che è una fuoriclasse e una bella donna, ma lo nasconde in tutti i modi.

    Bah.

    Comunque ottimo blog. Segnalo a tutti i moviegeeks di mia conoscenza.

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