Anvil! The story of Anvil
di Sacha Gervasi, 2009
Ammetto che, per la assoluta ignoranza della scena heavy metal anni ’80, a qualche minuto dall’inizio ho dovuto interrompere per controllare che gli Anvil fossero una vera band e che questo fosse un rockumentary e non un mockumentary. Perché il film sembrava quasi una riedizione di This is Spinal Tap (che poi infatti viene citato nell’amplificatore che goes to eleven). E invece è tutto vero. E la cosa più bella è proprio che la storia di Lips e Robbo non ha bisogno dell’intervento finzionale per diventare emozionante.
Anche perché due personaggi così belli (il quieto batterista-filosofo con la passione per la pittura, il cantante appassionato e dal cuore d’oro, e il loro rapporto d’amicizia) non sarebbero mai usciti così bene da una tradizionale sceneggiatura. Né forse il mondo che gira loro intorno, quello delle donne che appoggiano o malsopportano, quello delle grigie case alla periferia di Toronto, delle storie e dei lavori da dropout, di una frustrazione lunga trent’anni per un sogno coltivato una vita intera, l’unica cosa che ti faccia andare avanti, mai davvero avverato – ma sempre con il sorriso, un po’ storto, sulle labbra: non poter mai dire di non averci provato fino in fondo, finché il corpo e la mente reggono, a realizzare i propri sogni.
Significativo che a scrivere e dirigere il documentario sia Gervasi, che (come rivela l’inquadratura finale) ha fatto il roadie con gli Anvil ai tempi della loro massima popolarità: il film sta appiccicato ai suoi protagonisti e li guarda con una passione e un’empatia che soltanto un fan potrebbe mostrare – e la cosa, invece di rendere il film stucchevole, fa di The story of Anvil un’opera appassionante e innegabilmente sorprendente, a suo modo unica. Anche i metallari piangono.
Il film non ha una data d’uscita italiana ma il dvd edizione inglese è disponibile a pochissimi euro.
ho fatto una promessa a me stesso: dovessi andare in Canada, passo a trovarli. il fatto è che li voglio abbracciare forte. cicci.
ma in effetti un tour europeo come quello che si vede nel film, gli spinal tap se lo sognano.
(“porcudiiio”)
LB
senti eh non puoi anche cambiare header e poi scrivere quarantacinque post che non c’entrano niente con tarantino, OH!
-fedra-
@LB: non ho controllato, ma la tipa dev’essere delle mie parti.
@fedra: non sono in grado!
Stupendo…. !!!