Jennifer’s Body
di Karyn Kusama, 2009
L’elemento più sorprendente di Jennifer’s body, forse l’unico di tutto il film, è l’impari lotta tra la stupenda Amanda Seyfried e Megan Fox – in cui è quest’ultima però, contro ogni previsione, a essere sconfitta su tutti i fronti. Non solo la prima è qui, lo dico sinceramente, più bella della seconda (oltre che più brava, capace, mimetica: la Fox è condannata a sembrare una fica imbabolata anche quando dovrebbe sembrare sfatta e imbruttita) ma l’intero film, dichiaramente fin dall’incipit, è incentrato sulla prima con la seconda a fare da perno tematico, da oggetto del desiderio (come suggerito da titolo), più che da elemento dinamico. In tal senso Jennifer’s body è una reificazione di Megan Fox ancora più spinta di quella effettuata in How to lose friends. A proposito di progetti ben scelti.
Per il resto, Jennifer’s Body è infatti una sciocchezzuola che fa affidamento soprattutto, oltre che sulle doti delle due protagoniste, sulla riconoscibilissima sceneggiatura di Diablo Cody. Che è insieme la cosa migliore e peggiore del film: riesce infatti a innestare qua e là briciolette d’animo, qualche spunto ironico, e un pizzico di wit in quello che è un horror adolescenziale di poco conto con due protagoniste di indubbio carisma che a un certo punto limonano. Ma allo stesso tempo non fa che rincorrere il suo stesso mito con il solito solito carico di improbabile slang e neologismi a bella posta, dietro ai quali però fa anche bella scena di sé un plot stupidello e pretestuale nonché uno dei moventi narrativi più idioti che io abbia mai visto sullo schermo.
Probabilmente la Cody ha solo bisogno di un regista come si deve: difficile trovarne uno qualunque in questo film. Dopo aver diretto Æon Flux, il più brutto film del 2005, Karyn Kusama (ancora impacciata, nonostante sembri cavarsela meglio nei manicomi che tra i corridoi del liceo) forse è ancora convinta di essere una poetessa del cinema al femminile, ma intanto è diventata quella che dirige film "altrui", scritti da sceneggiatori più famosi di lei. E un po’ se lo merita.
Nei cinema dal 10 dicembre 2009
A me le sceneggiature fighette, da punk-dark fighetta democratica della Cody proprio non vanno. Neanche in tv. United States of Tara dopo neanche un episodio già s’era calato le brache. Gli script della Diablo pare portino scritto in fronte: guardate come sono fica, guardate che idea qua e là, come sono aperta di mente… ooooh. no.
e c’è da dire che nemmeno al pubblico di bocca buona americano è piaciuto. Leggevo sul Corriere che ha fatto 18 milioni di dollari in 3 mesi (che poi a dire il vero è il totale worldwide non quello solo USA e i mesi sono poco più di due, non 3).
In ogni caso sul film la distribuzione ci credeva visto che è uscito in 2.738 cinema americani totalizzando la miseria di 6 milioni di dollari nel weekend di apertura (paradossalmente un terzo di quello che sarebbe stato l’incasso totale).
E comunque visto un budget di produzione dichiarato di 16 milioni di dollari, la cosa bella del business americano del cinema è che poi grazie all’home video e ad adolescenti in fregola che lo prenderanno a man bassa per sedute solitarie, il film potrebbe clamorosamente andare in pari.
Però che sia l’ora di puntare di nuovo su brave attrici e non su ex modelle totalmente incapaci di un cambio di espressione?
Che due fiche imperiali!…
non è così male.
dalla tua recensione pensavo peggio.
forse ho gli occhi nel pacco…
lillo
Che dire , a me è piaciuto, m’ha divertito. Forse visto in Inglese coi sottotitoli è meglio del solito doppiaggio italiota….(per quanto eccelsi tutto s’appiattisce un po’), bella colonna sonora. Alla fin fine l’ho trovato molto più piacevole dell’ultimo Almodovar (che noia). Consigliato ai thriller addicted
-alan75-