settembre 2010

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MacGruber, Jorma Taccone 2010

MacGruber
di Jorma Taccone, 2010

La categoria dei film tratti da sketch del Saturday Night Live, pur non avendo conosciuto molta popolarità nel nostro paese tranne in alcuni casi (Wayne’s World) e per ovvi motivi, ha conosciuto un periodo di discreta popolarità, o meglio si è popolata di un certo numero di film, nel corso degli anni ’90. A dieci anni di distanza dall’ultimo tentativo, è un personaggio interpretato da Will Forte nelle ultime stagioni dello show a diventare un lungometraggio – nello specifico, una parodia fuori tempo massimo ma spassosa di MacGyver in cui l’industrioso personaggio diventava un agente segreto inetto, razzista e sessista che alla fine dello sketch non riusciva mai a evitare all’ultimo secondo l’esplosione di turno.

Detto questo, MacGruber non ha ovviamente la statura dei Blues Brothers (e chi ce l’ha?) né è divertente quanto Wayne’s world: si tratta perlopiù di una parodia standard dell’action movie, di grana grossa, che a volte fa l’errore di muovere la sua comicità su territori già battuti (per esempio da Team America) e che sfrutta la liberazione dalle costrizioni del network per rilasciare le trivialità sessuali, anali o scatologiche che diventano un po’ il marchio a fuoco tutto il film. Ma che non sono la cosa più divertente: la differenza la fanno lo stile del protagonista Will Forte, a cui riesce bene il contrasto cartoonesco con la rigidità di Ryan Philippe, e soprattutto Kristen Wiig, che nonostante sia una delle migliori e più divertenti attrici comiche della sua generazione stenta ancora a trovare un posto che le si addica sul grande schermo – ma è comunque bravissima, persino qui.

In ogni caso, MacGruber non è una delusione totale, forse proprio perché non richiede particolari sforzi né solleva alcuna aspettativa. E quando è divertente, sa essere anche molto divertente. Ma quando non lo è, mh.


Non è prevista alcuna uscita italiana

Salt, Philip Noyce 2010

Salt
di Philip Noyce, 2010

Da tempo si fa un gran parlare di come sia cambiato il thriller americano (in particolare quello a sfondo spionistico, ovviamente, ma non solo) dalla caduta del Muro. Per amor di brevità, gli anni ’90 in questo senso sarebbero stati un periodo transitorio stimolato dagli scenari della Guerra del Golfo, mentre il decennio successivo avrebbe potuto trovare nuova linfa nel post-11 settembre. Ma l’identificazione precisa di una nemesi collettiva che la guerra fredda permetteva non si è più ripetuta, ed è ovvio che a Hollywood giri da tempo un po’ di malinconia dei bei tempi che furono, dei russi cattivi con l’accento russo.

Salt sembra voler sopperire proprio a questa mancanza: ma abbandonata immediatamente per strada la serietà del plot (la sua scarsa credibilità sarà un ostacolo, immagino, per molti spettatori: io francamente non mi pongo il problema) in cui le famose "sleeping cells" della russia sovietica si attivano finalmente sul territorio statunitense, nel film fantapolitico dell’australiano Noyce, firma prolifica ma altalenante degli anni ’90, i conti con i fantasmi del passato hanno meno risalto rispetto all’intrattenimento, alla ricercata confusione narrativa piena di colpi di scena (pure troppi) e al ribaltamento continuo dell’empatia nei confronti della fascinosa e indistruttibile protagonista. Più semplicemente, Salt è in thriller escapista dallo stampo volutamente vecchiotto e polveroso ma costruito con discreta professionalità, che non va da nessuna parte ma che, quantomeno, non annoia. In un certo senso, non fa a tempo.

Rimane da chiedersi cosa sarebbe stato del film se, seguendo le intenzioni originali, Salt fosse stato un uomo e non un’implacabile e bellissima Angelina Jolie. Domanda pigra e inessenziale, senz’altro: ma è anche l’attrice, nella sua forma migliore, ad accendere la scintilla che sa rendere meno dimenticabile e inutile un film il cui principale pregio è proprio la dichiarata inattualità.

Nelle sale italiane dal 29 ottobre 2010

Macchianera Blog Awards 2010

[auòrds]

Anche quest’anno Memorie di un giovane cinefilo è nominato ai Macchianera Blog Awards nella categoria Miglior Blog Cinematografico. In buona compagnia: ci sono gli amici dei 400 Calci, il buon vecchio Fringe e il blog che vince anche quest’anno. Non vado pazzo per i premi in generale* né penso che significhino davvero qualcosa dopo quasi sette anni di blogging, ma le nomination mi fanno sinceramente piacere: come sapete sono basate sulla segnalazione degli utenti, quindi vuol dire che qualcuno di voi (e nemmeno pochi, suppongo) passando di là ha pensato a questo blog o a quell’altro da me firmato e anch’esso nominato. Quindi, nonostante l’autopromozione mi stia antipatica, far finta di niente sarebbe una cafonata nei vostri confronti. Siete così carini.

Questo è amore! Questo è davvero amore!

Grazie dunque. E no davvero guarda, è già abbastanza così.

*e soprattutto per quelli in cui arrivo sempre terzo

Friday Prejudice #234

[clap clap]

Per adesso è ancora tutto serrato, ma i Pregiudizi ci sono.