Bronson
di Nicolas Winding Refn, 2008
Mentre la stampa di tutto il mondo esalta le doti di Drive, suo ultimo film presentato a Cannes, Nicolas Winding Refn arriva nelle sale italiane in grande ritardo con il film che ha sancito da tempo il suo ruolo di beniamino dei cinefili europei: un biopic tratto da una storia vera, ma tra più inusuali mai visti sullo schermo, che nel raccontare la storia del “prigioniero più famoso del Regno Unito” sceglie strade antinaturalistiche, spesso anche antinarrative e sperimentali, passando con dimestichezza e un tocco di furbizia dall’avanguardia al pulp. Non a caso Bronson è stato paragonato da più parti ad Arancia Meccanica, con cui condivide in modo deciso alcune suggestioni e idee nell’uso dello spazio, nel contrasto tra le immagini e la colonna sonora, e più sottilmente un senso di inquietudine capace di parlare di coercizione sociale, con necessaria e dolorosa violenza stemperata da un umorismo feroce. Quello che colpisce di più in Bronson, oltre ovviamente alla performance sinceramente impressionante, sotto ogni aspetto, di Tom Hardy, è lo stile fiammeggiante e insieme rigorosissimo del regista: non sempre all’altezza del suo stesso talento, perché il racconto subisce dopo la metà una sonora ma riscattabile frenata (per quanto abilissimo a sfruttare il canovaccio del “mostro innamorato” ), Winding Refn non si limita a grandi intuizioni plastiche e ad acute provocazioni narrative, ma mantiene all’interno dell’estenuante ricercatezza delle inquadrature, persino degli stacchi di montaggio, quello che appare come un autentico studio morale. Ma affrontato, e qui viene il bello, con lo stesso pugno duro del suo protagonista: Bronson dopotutto è una forza che sembra provenire dalle viscere della Terra, e di fronte alla cui furia il sistema, paralizzato e inerte, non ha soluzioni, né mezzi, né risposta alcuna. Un super-uomo rinchiuso nella buia cella che chiama casa.
Il film è uscito in Italia lo scorso 10 giugno. Se non lo trovate più nelle sale o preferite vederlo in lingua originale, il dvd inglese è facilmente reperibile e molto economico.
Film eccezionale, a tratti grottesco, interpretazione di Hardy favolosa…per non parlare della colonna sonora che ospita Verdi e i Pet Shop Boys con una naturalezza sorprendente…se vi interessano le magliette disegnate da Bronson (o Peterson, come volete), c’è un apposito sito ;-))…i libri credo non siano stati tradotti in italiano. Una piccola precisazione: Bronson parla della sua cella paragonandola ad una stanza d’albergo…
Grazie della puntualizzazione, in realtà lo so bene che la paragona a una stanza d’albergo (il film l’ho visto pochi giorni fa) ma, beh, così suonava meglio. Chiamala licenza poetica se vuoi.
Concessa
Bronson è un film squilibratissimo nella sua grandezza. Concordo con te su una prima parte in crescendo e una seconda che va a ripetersi. Purtroppo credo sia la sintesi della vita del protagonista.
Uno che nonostante tutto non è mai cambiato, e ha continuato dritto per la sua pazzia anche dopo svariati anni di isolamento. Quindi anche il film non svolta ma procede sulla stessa traccia.
Gossip: Refn parlando del film ha sempre tenuto a precisare che non si è ispirato ad Arancia Meccanica, ma piuttosto a Rabbit’s moon di Kenneth Anger.
O al più è già in videoteca, alla faccia delle finestre.
piano coi complimenti, altrimenti con drive si rischia di rimanere senza parole.
Ho comprato il dvd subito dopo aver visto Drive ma ‘ho guardato solo ora e me lo sto gia’ riguardando a distanza di un giorno per godermi di nuovo la magnifica interpretazione di Tom Hardy (poi mi riguardo Warrior cosi’ posso piangere dopo che mi ha fatto ridere..). So solo che non sono sicura che faro’ il tifo per Batman a luglio..