Our Idiot Brother
di Jesse Peretz, 2011
“You’ve got to get up every morning with a smile on your face, and show the world all the love in your heart, then people gonna treat you better: you’re gonna find that you’re beautiful as you feel” (Carole King, Beautiful)
Quello dell’individuo “alieno” che si inserisce all’interno delle rigide dinamiche di una comunità ristretta (spesso e volentieri una famiglia) sottolineandone le ipocrisie e poi facendone esplodere i meccanismi, è un modello oliatissimo e utilizzato assai spesso sia nella commedia che dramma, non solo nel cinema americano. Il film diretto da Jesse Peretz, regista noto soprattutto per i suoi videoclip (come Learn to fly dei Foo Fighters), ha la buona trovata – anche se non originalissima – di sostituire l’esogeno con l’endogeno: l’alieno in questione, interpretato da Paul Rudd, è infatti parte della famiglia ma concepisce la vita in modo totalmente opposto; è un fratello la cui “idiozia” non è patologica e non riguarda solo il suo look, ma piuttosto il rifiuto (parte inconscio e parte ingenuo) di conformarsi alle norme delle relazioni sociali – non a caso finisce puntualmente in galera, così come puntualmente viene scaricato a causa degli effetti disastrosi del suo candore. La sua famiglia, esattamente all’opposto, è infatti composta da tre sorelle con personalità ben distinte, ciascuna con il suo blocco emotivo: Elizabeth Banks è così impegnata nella carriera da non accorgersi di essere innamorata del suo vicino di casa Adam Scott, Emily Mortimer è la moglie succube di un regista di documentari (Steve Coogan) che la tradisce, Zooey Deschanel attraversa qualche indecisione sulla sua sessualità dopo aver tradito la sua fidanzata Rashida Jones con un uomo. Inutile dire quale sia il ruolo di Rudd, né cosa comporterà la sua candida e irruenta presenza nelle loro vite: il film è talmente schematico che si spiega da solo dall’inizio alla fine, la sua forza è altrove, nei dialoghi intelligenti e nelle interpretazioni del ricco cast (bravissimi soprattutto Rudd, la Banks, Coogan, la Jones e Scott) ma anche nell’idea di allontanare per un attimo la commedia dai territori demenziali, riavvicinandola al cuore dei personaggi in modo convincente, e senza risultare (troppo) stucchevole nella risoluzione della sua “lezione”. La voce di Carole King corre in aiuto sul finale, e non poteva esserci scelta più azzeccata: il film è tutto lì.
Il film dovrebbe essere nel listino Videa-Cde e potrebbe uscire (in sala? in dvd?) la prossima primavera, forse con il titolo Quell’idiota di nostro fratello.
Per me invece è un “no”. Ho trovato semplicemente petulante il personaggio interpretato da Vincent Gal… ehm Paul Rudd e del tutto prive di interesse le vicende. Poi il finale è brutto brutto, eh.
mi hai incuriosito, cercherò di trovarlo… poi ti dirò se m’è piaciuto!
un film ok
Bella topa Elizabeth Banks, me la ricordo in Scrubs. Ma là era pettinata meglio.
un film ok che ora mi riguardo
L’ho trovato, l’ho visto e mi ha divertito! se il modello narrativo è supercollaudato, come dici tu, il tutto fila via veloce divertendo.. e poi a me Paul Rudd è piaciuto un sacco! anche se the best era… Willie Nelson