Friends with Kids, Jennifer Westfeldt 2012

Friends with Kids
di Jennifer Westfeldt, 2012

Il fatto che Friends with Kids abbia buona parte del cast secondario in comune con un film così recente e di così grande successo (in patria) come Bridesmaids può trarre facilmente in inganno: in verità, si tratta di una vera e propria commedia romantica che si appropria di molti canoni del genere (arrivando nel finale a citare quasi esplicitamente un altro esemplare newyorkese come Harry, ti presento Sally) aggiornandola semmai ai linguaggi che proprio Judd Apatow ha imposto alla commedia americana in veste di produttore dal 2005 in avanti, soprattutto nello stile di scrittura e nella direzione degli attori. Nonostante il cast e la pubblicistica suggeriscano un impianto corale, il film ruota principalmente attorno ai personaggi interpretati da Adam Scott e Jennifer Westfeldt, e alla loro scelta di avere un bambino “da amici”, per togliersi il pensiero prima dei quaranta, saltando tutte le conseguenze nefaste del matrimonio e dell’eventuale divorzio; non si rivela granché dicendo che le conclusioni non potranno avanzare in questa stessa direzione, ma la regista presenta il percorso dei personaggi con innegabile freschezza e coerenza, schivando le tentazioni più conservatrici proprio presentando un affresco della vita di coppia che qualche volta scivola nel cliché – il contrasto tra le coppie prima e dopo i figli – ma sa anche affondare la lama, mostrando in definitiva più interesse per il completamento di un percorso narrativo romantico che per l’imposizione di un sistema di pensiero e mantenendo fino all’ultimo secondo la convivenza tra il sentimentalismo e la trivialità dei dialoghi. Ovviamente Jennifer Westfeldt (nota ai più per la sua performance in Kissing Jessica Stein e poco altro) è il cuore del film, essendone produttrice, sceneggiatrice e regista (alla sua opera prima), e oltre a essere una dialoghista a tratti irresistibile riesce a imporre nel film una classe non indifferente che assomiglia al suo stile recitativo; affianca alla commedia pura improvvisi tocchi drammatici gestiti con una sicurezza sufficiente a non far deragliare completamente la storia, e possiede un’umiltà (forse mista a insicurezza: non si può dire che sia tutto al suo posto, ma dopotutto è un’opera prima) che la spinge a mettersi spesso in un angolo lasciando lavorare comprimari più carismatici di lei. In tal senso, l’inusuale rimescolamento tra realtà e finzione (Jon Hamm è il compagno della regista da 15 anni, Adam Scott è loro amico da tempo ed è stato proprio il suo matrimonio la fonte di ispirazione della storia) contribuisce indubbiamente a rendere più affiatato un cast già di per sé straordinario, ma la grande sorpresa è proprio Adam Scott, non solo per il suo collaudato talento comico (chi l’ha già seguito e amato in serie come Party Down e Parks and Recreation lo sa bene) ma per un’inattesa intensità drammatica che spalanca una finestra sui lati più inesplorati della sua bravura.

7 Thoughts on “Friends with Kids, Jennifer Westfeldt 2012

  1. sai che a me, a malincuore, è piaciuto poco?

    insomma, loro li amo tutti… ma proprio la westfeldt non mi ha convinto per niente (sarà che la odio perché sta con jon hamm, ma sono dettagli).

    speravo in qualche “guizzo” particolare, che invece non ho notato. peccato

  2. Riccardo on 17 agosto 2012 at 15:50 said:

    Se non l’hai visto (ma credo di sì) ti consiglio The Vicious Kind, bel filmetto con un bravissimo e drammatico Adam Scott…

  3. palpadula on 17 agosto 2012 at 20:34 said:

    anch’io l’ho trovato fastidioso: con un cast del genere (sprecato) mi è sembrato che non riuscisse a uscire da dei canoni triti e ritriti. non ci ho visto niente di fresco o originale. anzi.

  4. Visto ieri, in originale. A parte il finale spaventosamente banale e ovvio, il vero problema dal film, a tratti certamente brillante, ben scritto e piuttosto divertente, è proprio Jennifer Westfeldt. Totalmente non credibile nella parte (immaginare seriamente Adam Scott innamorato di lei è una sospensione della credibilità al di là delle possibilità umane) e di fatto inguardabile a causa degli zigomi rifatti e del generale lifting facciale che le impedisce di sorridere senza che le labbra si tirino fino a coprire completamente i denti dell’arcata superiore. Insomma, se devi fare un film così, è necessario usare delle facce vere, una più artificiale della sua (che Kidman al confronto sembra vera) è impossibile da trovare o quasi. Peccato, se avesse avuto il coraggio di prendere un’attrice invece di tenere tutto per sé stessa avrebbe fatto un film migliore.

  5. si e’ davvero troppo distratti dal viso mummificato della protagonista (la cui faccia precedente si e’ fidanzata secoli fa con main Mad Man) per seguire una trama evanescente.
    viva la faccia vera di Kate Winslet e il suo No Botox (ma qui altro che botox: chirurgia estetica ossessiva compulsiva).
    peccato perche’ l’idea di fondo non era male, ma e’ una idea.

  6. Chiara on 21 agosto 2012 at 00:10 said:

    A me invece è piaciuto; non sarà eccezionale, ok, ma si vede volentieri e non mi ha annoiato (cosa che invece mi capita puntualmente con questo tipo di film). E condivido quello che scrive Kekkoz, la storia ha il pregio di mantenersi in equilibrio senza eccedere nei clichè del genere.
    Oh, poi sarà anche che l’ho visto spudoratamente per il solo amore del cast, non mi aspettavo nulla dalla sceneggiatura.

    (voglio un nuovo film con Adam Scott come protagonista tipo ADESSO)

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