La casa (Evil dead)
di Fede Alvarez, 2013
Il debutto del regista uruguayano Fede Alvarez, già responsabile dello strepitoso corto Ataque de panico!, sembra partire da una domanda ben precisa: è ancora possibile girare un horror americano su un gruppo di giovani isolati nel bosco che cadono come mosche, dopo film come Cabin fever e ancora di più dopo The cabin in the woods? La risposta, Alvarez, va a cercarla alla radice: in uno dei più celebri e amati esemplari del genere, diretto più di trent’anni fa con quattro soldi da Sam Raimi (che qui si limita a produrre, ma con un fervente spirito mecenatesco), un caposaldo in cui però erano ancora pressoché assenti – questo in molti lo scordano – i toni ironici e sopra le righe del secondo capitolo, che culminarono nella commedia fantasy (pronta a far scuola) de L’armata delle tenebre. Infatti, il nuovo Evil Dead rappresenta, escludendo l’intervento dello spettatore, un azzeramento totale dello “scherzo” e delle dinamiche “meta” che caratterizzano molto horror odierno. E se anche il rischio, affrontato con ammirevole ingenuità, è quello di sembrare fuori tempo massimo (i cliché messi in campo dal film paiono il preciso obiettivo di Goddard & Whedon), questo nuovo Evil Dead è, cosa rara, un’esperienza del tutto gratificante: un film horror del 2013 senza sagacia, senza sottotesti, senza strizzatine d’occhio, con attori adeguati al compito, espressamente prevedibile (ma altrettanto spassoso) che verso la conclusione si trasforma (letteralmente) in un rinfrescante acquazzone sanguinario. Sì, è ancora possibile.
In verità un sotto testo ficcato a forza c’è (la ragazza dipendente dalla droga) e dà molto, veramente molto fastidio per essere in un film del genere. Ma sono riuscito anch’io a chiudere un occhio e mi son goduto la pellicola. Spassoso e finale epico.
Ha dato molto fastidio anche a me, tanto più perchè l’idea di usare la scusa dell’astinenza per giustificare le prime crisi della ragazza era anche buona ma poi la morale che propinano fa cascare le braccia!
Beh, se non ricomincia a drogarsi pesantemente dopo questa esperienza non so quando.
In pratica dici che il film è bello perchè è scontato e fuori tempo massimo, a beh allora…
Non ci siamo, il film è poca cosa, gusto per le immagini e nulla più.
Non credo che alla base ci sia la volontà di recuperare filologicamente il senso di paura pura senza ironia di Evil Dead, perchè l’ironia di Raimi è segno dell’autore in tutti i suoi lavori.
Se poi vogliamo apprezzare il gusto per l’horror ante The Cabin In The Woods, The Lords of Salem ci spiega come si fa un capolavoro con i vecchi ferri del mestiere.