Jack Reacher – La prova decisiva (Jack Reacher)
di Christopher McQuarrie, 2012
Bisognerebbe affrontare una spinosa questione: quanto è ingombrante Tom Cruise in un film di questo tipo? Non tanto per l’ammirevole tenacia con cui cerca di incarnare un personaggio che sembra lontano dalle sue corde (peraltro il film è prodotto dallo stesso Cruise, con il beneplacito ufficiale dell’autore Lee Child) quanto per il parallelo con la filmografia dell’attore, che rischia di confondere lo spettatore. Ma Jack Reacher non è Mission Impossible, questo non è un action movie ma una detective story e Jack Reacher, il personaggio intendo, è piuttosto distante da Ethan Hunt: l’unico aspetto che li accomuna è quello di essere pressoché indistruttibili. McQuarrie che, come sappiamo, è soprattutto uno sceneggiatore, ha adattato La prova decisiva in modo sapiente, tra ironia ed efferatezza, e i dialoghi si sposano all’indole hard boiled del progetto originario. Ma si è dimenticato il lavoro di regia, e la sua assenza si nota in quasi tutto il film, soprattutto a metà percorso, durante un lungo dialogo tra Reacher e Helen, dove il film sembra letteralmente abbandonato a se stesso. E da quell’impasse faticherà molto a rialzarsi, risultando piatto e inerme, senza personalità. Non mancano sequenze efficaci, sparatorie e inseguimenti, forse pensati per risvegliare un pubblico più vasto, ma la strada più originale percorsa dal film si incaglia spesso nell’indecisione tra thriller medio e opera per appassionati, consegnando a Reacher tutto il gusto di un film che, intorno a lui, sa di poco: persino il cattivo Werner Herzog, trovata assai brillante sulla carta, è più divertente da raccontare che da vedere. Ciò nonostante, Reacher è un personaggio dal carisma micidiale, con una morale (e sua esecuzione) abbastanza inusuale per un eroe americano a cui Cruise, diciamolo, rende giustizia meglio del previsto. Imparando dai suoi errori, potrebbe uscirne una saga stimolante, di cui però questo film, per il momento, sembra al massimo una premessa.