Let the right one in (Låt den rätte komma in)
di Tomas Alfredson, 2008
Non è un segreto: molte delle cose scritte da queste parti, che vi piacciano o meno, non sono frutto di particolari ragionamenti o riflessioni. Le ragioni sono molteplici, ma la principale è la più ovvia: ho sempre pochissimo tempo, e spesso e volentieri la voglia è altrettanta. Poi, una tantum, appare un film per il quale vorrei tirare fuori un cartello come Wile Coyote, o luminose insegne provvisorie al neon che urlino va bene però adesso fermatevi e leggete questo. Per una volta, mi sono interrogato persino su quale fosse il momento ideale per scrivere affiché il post su Let the right one in non passasse del tutto inosservato (forse il martedì mattina?) ma poi, come si può evincere da questo primo fallimentare paragrafo, mi sono reso conto che non avevo proprio idea di cosa diavolo dire.
No, davvero. Ricominciamo.
Se la vitalità del cinema nordico non è certo una sorpresa per chi sa guardarsi un po’ in giro, l’apparizione di un film romantico sui vampiri di nazionalità svedese potrebbe esserlo. In realtà, chiunque segua i più letti siti e blog di cinema in lingua inglese – alcuni dei quali hanno fatto della promozione del film una sorta di deliberata e doverosa crociata – ha sentito parlare di Let the right one in ormai fino allo sfinimento. Infatti, fin dalla sua premiere al festival internazionale di Göteborg da dove si è portato a casa miglior film e miglior fotografia, il film di Tomas Alfredson non ha mai smesso di vincere premi principali un po’ ovunque: Tribeca, Neuchâtel, Edimburgo, Woodstock, il Fantasia di Montreal, il Fantastic Fest di Austin, persino il coreano PiFan. Qual è la ragione di questo successo? Semplice: Let the right one in è un film meraviglioso.
E ci ho messo due paragrafi a dirlo. Sarà una cosa lunga. Dunque.
Per raccontare il film di Alfredson userò le parole che sto usando per invogliare tutte le persone che conosco a recuperarlo, a vederlo, oppure anche semplicemente ad aspettarlo: "è una storia d’amore tra due dodicenni: Oskar è tormentato dai suoi compagni bulli, Eli è un vampiro". Raccontato così, però, il film rischia di essere confuso con una cosa alla Angela Sommer-Bodenburg o, peggio ancora, alla Stephenie Meyer – disguido aggravato dall’avvento di Twilight in sala. Ma in realtà, Let the right one in è quanto di più lontano dal cinema per ragazzi nonostante i protagonisti siano preadolescenti, e non fa per nulla leva sull’appeal un po’ modaiolo che il cinema dei vampiri ha recuperato negli ultimi tempi – e di cui la buona serie True Blood è un’esempio calzante.
E oltre a essere un’esperienza visiva assolutamente entusiasmante e ipnotica, tutta giocata – da manuale – sul contrasto tra il bianco delle distese di neve e ghiaccio della periferia di Stoccolma e il colore acceso del sangue, e su un ritmo pacatissimo e quieto fino all’inquietudine spezzato alcune pennellate di violenza che sconvolgono proprio per il loro rifuggire del tutto l’affiliazione a un canone o a uno stile predefinito (almeno, nel campo del cinema horror), Let the right one in è davvero un viaggio affascinante, profondamente morale e a tratti decisamente disturbante, all’interno delle radici stesse della fascinazione del Male. Un film in cui i confini morali che caratterizzano il romanzo di formazione svaniscono spazzati via da una storia d’amore che mescola e intreccia scoperte come la passione, l’autodifesa, la morte.
Ma non dimentichiamo che il film, nonostante sia caratterizzato da una compattezza rara, supportata alla perfezione dalla compassatezza della messa in scena, possiede alcuni pezzi di bravura – già chiacchieratissimi – che lasciano senza parole, quando non senza fiato. Come il primo incontro tra Oskar e Eli, nel giardino di casa. Oppure come i due finali: il primo, che riesce a rileggere – non senza una buona dose di furbizia – l’utilizzo del fuoricampo e del non-mostrato nel cinema del terrore (e terrorizzando come non mai) e il secondo, l’inquadratura finale, stupenda e dolcissima, di grande intelligenza narrativa e disperatamente romantica.
In definitiva, uno dei film più belli e sconvolgenti dell’anno. Ecco tutto.
Il film è uscito in patria alla fine di Ottobre, parteciperà Fuori Concorso al Festival di Torino alla fine del mese di Novembre, e se tutto va bene dovrebbe uscire in Italia all’inizio del prossimo anno. Siete avvertiti fin d’ora.