Paura made in Japan….

Paura made in Japan…


The ring (Ringu)


Il remake americano l’avevo gà visto due volte, e devo dire che mi era piaciuto. Ora, ero convinto che, guardando l’originale di Nakata, il film di Verbinski, seppur niente male, mi sarebbe caduto. Non è così.


Ringu è decisamente un bel film, con una riuscitissima atmosfera inquietante, e temi di fondo che meritano più di una lettura. In più, guardarlo mi ha aiutato ad apprezzare di più alcune scelte (spesso aggiuntive) narrative e tematiche di Verbinski & Co. Nonostante infastidito da alcune zone-fotocopia, mi rendo conto che sono due film molto diversi, perché lo spirito che anima Ringu è totalmente giapponese: è una storia di spiriti immersa in un contesto paranormale, che forse i nipponici accettano con più facilità (il marito della protagonista è un veggente); mentre il remake apre più volentieri una riflessione sull’invasività dei media, innalzando la vhs mortale a metafora del global media system.


Però fa anche paura, non lo dimentico. In particolare, fa molta più paura semplicemente Sadako (nella sua semplicità, è una massa di capelli che cammina in pellicola riversata) di Samara (bambina digitale fin troppo carina e logorroica).


Ju-on – The grudge (Rancore)


Su questo magari spendo qualche parola di meno, perché non ne merita così tante… è un filmetto horror da niente, che sfrutta il momento, sulla falsariga di Ringu (anche se in effetti alcune idee alla base sono diverse, ma non per questo migliori). Le uniche cose veramente ben pensate sono la struttura narrativa, fatta di capitoli ad incastro (che compie fenomenali balzi avanti e indietro nel tempo) e l’idea delle mani davanti alla faccia nel finale (non dico altro), che però rende ben poco chiaro il finale stesso.


Tutto il resto è abbastanza ripetitivo. Niente di che. Però c’è da dire una cosa, e la lascio in fondo per dare un po’ onore a un filmaccio del genere: fa veramente e seriamente molta molta paura. Forse troppa per quel che è, tanto che dopo un po’ ti snerva a tal punto che ti abitui e non ti fa più nessun effetto.

8 Thoughts on “Paura made in Japan….

  1. tanto non mi riconosci :-)

  2. la differenza sostanziale tra il film di verbinsky e quello giapponese e’ che il secondo e’ un film tv. eh! :P

  3. In realtà la riflessione sui media è presente anche nel film di Nakata, solo che è più sotterranea e meno urlata, mentre nel remake è affrontata con piglio quasi didascalico (per esempio nella scena in cui si vedono le finestre del palazzo di fronte, tutte con la loro brava tv enorme a dominare la vita delle famiglie).
    Su Ju-On non sono per niente d’accordo; è vero che manca di originalità e ha una trama piuttosto confusa, ma lo preferisco senza riserve ai tre Ring giapponesi, al remake coreano e a quello americano. E’ davvero spaventoso.

  4. Sono d’accordo con te riguardo alla riflessione sui media. Secondo me, però, non è “più urlata” o come si può dire “più telefonata” nel film di Verbinski. Secondo me, era semplicemente l’aspetto che interessava di più al team americano, e che quindi è stato sottolineato (come nella frase del padre di Samara sui giornalisti). Non l’ho trovato didascalico, comunque.

    Riguardo a Ju-on, credo sia proprio una questione di gusti, io l’ho trovato banalotto e un po’ tirato per le lunghe… al di là della paura, che c’è ma non è l’unica cosa che cerco in un horror…

  5. vabbè se qualcuno tornasse qui per caso, ho rivisto parzialmente la mia opinione su Ju-On, con il tempo… pentirsi è concesso!

  6. Difficile dare un commento cinefilo, quindi daro’ un commento Otaku:

    Si The Ring sono daccordo con te, nulla da obiettare su un film del genere, l’artefice dei molti film che son poi stati realizzati.

    Credo che Ju-On Rancore sia veramente un gran bel film, ben congeniato ed a mio parere, una buona fotografia. Peccato per il finale che lascia molte porte aperte e non spiega nulla (come nel 80% dei recenti film asiatici).
    Il suono gutturale emesso dalla donna e i piccoli particolari dove compare il bambino (tipo quando la “protagonista” prende l’ascensore ed il bimbo compare ad ogni piano, oppure quando accompagna il vecchio sula sedia a rotelle e per un’istante sul riflesso della porta a vetri dell’ospedale compare il bambino accanto a loro) assolutamente allucinante.

    Per non parlare della scena della doccia con la mano ke sbuca dai capelli.

  7. Il finale (come tutti i finali.. vedi anche Ju-on2) spiega SEMPLICEMENTE che le maledizioni vanno avanti all’infinito. Certo, non é una pietra miliare – ma l’ispiratore di The grudge (l’americano) non lo butterei nel cestino.

    E’ vero, fa paura – e ti pare poco?

    Ju-on 2 vuole strafare, questo no (e Ju-on 2 fa molta meno paura).

    Non siamo al livello di un “The eye”,

    ma sono contento di averlo nella mia dvdteca.

  8. domanda ma questo è quello che c’era stasera su mtv? quello del 2003 di Takashi Shimizu?

    onestamrnte il finale non l’ho afferrato molto…

    vero che l’ho visto molto distrattamente… -_-”

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