Fuori Orario – s(Tati) spaziali del riso – Lesson one
Le vacanze del monsieur Hulot
In principio ci fu Buster Keaton, e Harpo Marx. Alla fine del mondo, Pee-wee Herman, Mr.Bean e Roberto Benigni. In mezzo, c’era questo stralunato distratto allampanato signore francese, Jacques Tati. Grazie a Fuori Orario ho finalmente la possibilità di vedere alcuni dei suoi film più celebri.
Le vacanze, dunque. Visivamente, di una semplice ma innegabile bellezza. Narrativamente, uno snervante disseguirsi di gag lasciate a metà (come una sorta di reati impuniti). La sua è una comicità soffusa e malinconica che non arriva mai al nichilismo, si ferma spesso a un elegante umanesimo. Non distrugge, Tati, piuttosto sottolinea l’assurdità delle convenzioni, dell’appiattimento. Ne sorride, senza disprezzo. E’ buono con tutti, perché è diverso da tutti e può capire ogni cosa, nella sua apparente insipienza. Hulot è portatore di diversità, per come ragiona, per come si distacca dai chiacchiericci borghesi e dai rapporti (di ogni tipo), per la musica che ascolta, assordante e che si distacca dallo snervante leit-motiv. Un vero gioiellino.