Questa è la mia vita
Nanà, Nanà, Nanà, Nanà. Il suo viso, scrutato di profilo, davanti a noi (nell’ombra), ancora il profilo, e poi da dietro, con la sua sigaretta sempre accesa e il suo riflesso lontano, sfuocato, nello specchio. Così inizia questo bellissimo film di Godard, uno dei suoi primi lavori. Inutile forse parlare della destrutturazione e del rifiuto della linearità narrativa, della “esplosione del linguaggio tradizionale”. Per una volta, mi soffermo sui sentimenti, quelli che fuoriescono dalla scena, dal cammino tragico di Nanà, traformata (e trasfigurata) nel Ritratto Ovale di Poe.
Emozioni, perché nonostante la ricerca formale (e cinefila, e metafilmica) che è protagonista nel lavoro di Godard, alla fine non ci si può non innamorare di Nanà, prostituta (o meglio donna di mondo, perché “ride se la insulti”), inguaribile ottimista (“tutto è bello”), fervente individualista (“qualsiasi cosa succeda, ne sono responsabile”) che vive in un mondo senza spiegazioni (come la sparatoria che “ha spiegazioni politiche”, o la sua stessa insensata morte), che si commuove guardando la passione di Giovanna D’Arco di Dreyer (che è un po’ come lei, condannata), che “riflette se è davvero felice” danzando un sorridente twist intorno a un tavolo da biliardo, che “fa filosofia senza saperlo” (in una scena di cui devo parlare nel prossimo paragrafo), e che infine muore come uno scudo umano, come un tenero animale, venduta e poi uccisa, senza il tempo di dire più che “no, io no”.
Ah, una piccola e inutile digressione, che può risultare interessante. Che Tarantino sia un Godardiano, non ci piove. In più, per un tarantiniano come me, trovare le citazioni in Godard è una pacchia. Nanà, mentre nel caffé fa filosofia senza saperlo: “perché si deve parlare? spesso non si dovrebbe parlare, ma vivere in silenzio”. Mia Wallace (Pulp Fiction) nel ristorante: “capisci che hai trovato una persona speciale quando puoi chiudere il becco e goderti in pace il silenzio” (la citazione è inesatta, lo so, ma il concetto è chiaro). E riprendere la nuca gente in piano-sequenza e camera fissa è una cosa che Tarantino ama fare (vedi il monologo di Marcellus Wallace). Per non parlare delle didascalie, che tornano nelle Iene, in Pulp Fiction stesso, ma soprattutto in Kill Bill, dove hanno la stessa funzione che in Questa è la mia vita (titoli di capitoli che riassumono le azioni venture. Basta così, ma forse solo perché sono stato distratto dalle vibrazioni.
Chiudo il lunghissimo post di oggi con la citazione (putroppo l’ho trovata solo incompleta e solo in francese, ma è comprensibile) di un bellissimo monologo di Nanà. Merita di essere conservato nella mia labile memoria.
Moi, je crois qu’on est toujours responsable de ce qu’on fait…
et libre…
Je lève la main, je suis responsable.
Je tourne la tête à droite, je suis responsable…
Après tout, les choses sont comme elles sont, rien d’autre, mais si.
Un visage, c’est un visage, les hommes sont les hommes.
Et la vie, c’est la vie.
Grande Godard, e grande Tarantino, e proprio per omaggiarlo stasera penso che mi guarderò “LEIENE”, gran bel film, non trovi?
Una volta,qualcuno mi ha detto:”la verità è in tutto,e anche nell’errore”.
Il post che avrei dovuto scrivere e che non ho scritto.E da giovane cinefilo le puntuali citazioni tarantiniane…
io credo che uno è sempre responsabile di ciò che fa..e libero.Alzo la mano,sono responsabile.Giro la testa a destra,sono responsabile.Sono sfortunata,sono responsabile.Fumo una sigaretta,sono responsabile.Chiudo gli occhi,sono responsabile.Dimentico di essere responsabile,ma lo sono..
grazie per la visita,ma lascia anche qualche commento(magari non banale come il mio).
Le iene è un capolavoro, come anche gli altri 3 film (interi) di Tarantino. Purtroppo su questo non transigo. Lo amo prepotentemente. – Grazie Nicola per la citazione e per il commento
Cosa intendi dire con purtroppo?
una citazione era incastonata anche nel primo commento…
beh però anche l’episodio di four rooms non è niente male secondo me.
l’avevo capita la citazione del primo commento. in fondo l’ho visto ieri sera…
stefoo, anche a me è piaciuto l’episodio di tarantino di FR, ma solo perché sono un malato mentale. comunque, non lo definirei un capolavoro. solo un divertente eserciziodistile per malati mentali come me (e te – consideralo un complimento!)
scusa,forse ho offeso la tua memoria filmica.
Mio caro, che Tarantino sia un godardiano è una verità arcinota. Innalzo la bandiera.