L’uomo in più
Come al solito, poco tempo. Giusto il tempo di dire che “l’uomo in più” è un piacevolmente triste film sulla perdita e sul riscatto, ben interpretato, originale, diretto con un notevole (per un esordiente come Sorrentino) senso della trama e soprattutto con una maestranza impressionante:n piano-sequenza come quello della discoteca, per chi non se ne fosse accorto o non lo sapesse, è una cosa mostruosamente difficile da girare.
La notazione che voglio fare è quella sullo sviluppo narrativo. Il film è costuito (come sottolinea l’odiato ma indispensabile dizionariaccio) “alla Kieslowski”, è insomma in un certo senso un film sul fato, sui destini che si incrociano. Quello che (forse solo io) mi aspettavo era un finale in cui queste somme, questi incroci, venissero alla luce e dessero un senso, per fare due esempi, alle similitudini tra le vite dei due protagonisti e le sequenze oniriche.
Questo, alla fine, non accade. E la cosa mi ha piacevolmente sorpreso, perché è una scelta molto difficile, che sposta l’interesse il film sulla morale, e non sulla narrazione. Non che alla fine funzioni tutto alla perfezione, perché un po’ di delusione c’è, inevitabilmente. Ma poco importa, conta il coraggio e lo stile. Aspetto con ansia il suo prossimo film.
questo me lo segno, mi hai incuriosita…
Misato-san
è bello essere d’aiuto
poi se lo trovi e lo vedi, passa e fammi sapere che ne pensi (o scrivilo nel blog, tanto ti leggo sempre)
naturalmente
In effetti ho una buona dose di recensioni arretrate… almeno una decina di film visti quest’anno non hanno ancora trovato spazio li’… rimediero’
Misato-san