Triplo gioco
The good thief è un bel noir d’altri tempi, sottile, strisciante, avvolgente. Jordan (un talento mica da niente) rimette in gioco il mito di Melville con uno spirito vecchio come il cinema di genere, ma con uno stile contemporaneo anche se mai gratuito o forzato: fermi-immagine inaspettati, step-framing, fotografia (splendida) fumosa virata in blu e in arancione: sembra un bel Wong (Kar-Wai).
Tutto gira intorno al buon ladrone, Nolte, in cerca di redenzione, in cerca della bellezza, in cerca della seconda, forse dell’ultima occasione, spinto da una tenace sopravvivenza che lo rende umano e mitico allo stesso tempo. Ottimi i comprimari, come Fiennes o Karyo, ma è soprattutto di Anne, la georgiana Nutsa Kukhianidze, che ci si innamora fatalmente.
Non so che altro dire, è semplicemente buon cinema.