Persona (Kamen Gakuen)
nota: si trova in videoteca, è uscito con Dynamic Extreme
Bergman non c’entra nulla. Questo film è di Komatsu Takashi. Ma la psicanalisi c’entra, quella sì. Comunque.
Per lo spunto spunto iniziale, avrebbe potuto essere davvero un gran film. C’è il tema pirandellian-junghiano della maschera, e spunti sull’abbandono dell’io e dell’identità legati alla rinuncia al nome e all’individualità, oltre che un potenziale critico enorme nei confronti della scolarizzazione in Giappone. E si sarebbe potuto costruire un immaginario angosciante intorno a quest’indistinguibilità, che sembra la marca più importante della società contemporanea. Avrebbe potuto.
E invece non è un gran film. E’ una mistery tale raffazzonata e girata con un dilettantismo irritante, montata male e fotografata peggio, che esagera nella prima mezz’ora, buttando nella mischia persino suggestioni soprannaturali che poi non portano da nessuna parte, e che poi si appiattisce miseramente, senza nemmeno aver cura di mantenere tale il mistero.
Quando è spuntato il bel nasone di Chiaki Kuriyama (la Go Go Yubari di Kill Bill, di cui sono velatamente innamorato), speravo in un miglioramento. Peccato.