Lo sciopero mi ha impedito di vedere “Dark Water”. Pazienza, mi sono buttato sul buon vecchio Tim.
Planet of the apes – Il pianeta delle scimmie
Quando uscì, le voci (quasi) unanimi dei burtoniani erano di sdegno e conforto. Voci che di recente si sono ammutolite per lo stupore e la commozione. Vorrei pormi al di fuori di tali voci. Mi rendo conto che a molti suona una bestemmia, perché il film fu considerato come un tradimento hollywoodiano di un autore cinefilicamene europeo. A me, tre anni fa, piacque molto. E ora che l’ho rivisto, so che non mi sbagliavo.
Costruito intorno a una sceneggiatura davvero sopraffina, il film sembra un sci-fi-action basato sul semplice meccanismo del ribaltamenti di ruoli. Invece quello che Burton fa è giocare con il mito dell’aviere militare, con gli schemi (fotografici, scenici, musicali) del blockbuster, per costruire quella che in realtà è una parabola cupa, spaventosa, nonché spaventosamente intelligente, sul rapporto tra tecnologia e violenza.
Qualche caduta di gusto c’è, non si può negare, ma sono cose che fanno parte dei suddetti schemi hollywoodiani in cui Burton si infila senza il minimo scherno, accettandoli. E non si può nemmeno negare che possa essere considerato (ma non per forza) il meno bello tra i film di Burton. Ma la cura nei rapporti tra i personaggi, un senso lucido del melodramma misto a un solenne respiro shakesperiano, l’allucinata, terrificante, perfetta prova-d’attore-senza-attore di Tim Roth, molte idee geniali (come la riflessione sul marchio, che rimanda a reminescenze novecentesche e alla storia della Shoah), e lo schiaffo finale ai nervi e ai neuroni dello spettatore, fanno di Planet of the apes una delle opere più sottovalutate del cinema americano recente.
tu mi hai linkato e io non ho mai lasciato nemmeno un commento… casi strani della vita
comunque ogni tanto passo per i consigli di un giovane cinefilo…
io invece continuo, a tre anni di distanza, a non essere d’accordo con la tua opinione in merito… poi vabbè, se mi ricapita me lo riguardo, non sia mai che tre anni di influenza cinefila di un giovane cinefilo a una persona non cinefila, possa aver modificato qualcosa in me..
PS: ieri sera ho visto, x noia, il film di verdone.. e non era male! …… non so se l’hai visto (non credo, conoscendoti), ma se fosse vorrei sapere cosa ne pensi! -commentatrice anonima-
“prova-d’attore-senza-attore”.
Questa l’hai copiata a Ghezzi.
Di mio posso dire solo che è molto meno peggio di quanto comunemente si pensi, ed il filnale è molto bello proprio in virtù della sua inspiegabilità.
P.S. Certo, non ci fosse stato Mark Whalberg le cose sarebbero andate meglio!!!
The cinema show è tornato!
ciao commentatriceanonima, sono contento che ogni tanto passi di qui… il film di verdone non l’ho visto, perché è da “perdiamoci di vista” che ho deciso di perderlo di vista… – cooper, il termine è una ghezzata, lo ammetto, ma non copiata (diciamo ispirata, vedere fuori orario ha le sue nefaste conseguenze) – Whalberg è un tronco come Affleck
ah, e grazie susan!
son passata proprio ora.. peccato, mi sarebbe piaciuto sapere una tua opinione alla luce di ricordati di me, vabbè! ciao ciao
i’m so sorry – un bacione cmq – ciau – ah, ti saluta il M.P.
la sottoscritta voce burtoniana, delusa dalle scimmie, non è poi così commossa dal pesce…….
in effetti non capiso come wahlberg possa essere considerato sia un attore chje un bell’uomo. pareva più lui una scimmia che le scimmie vere.
grandissimo redmond
trino, mi arrendo a non essere mai d’accordo con te – ma è il bello!
No, non riesco proprio a rivalutare il Pianeta burtoniano; e poi Whalberg e la biondona muta erano da pauraaaaa!!! ;o)
ah, estella… però… fichett’…
il M.P….
eheh
ma un solo MP, non entrambi
meglio. anzi, pensavo non eistesse più nessuno dei due. sotto casa danno coffee & cigarettes: me lo consigli?
te lo consiglio anche se non l’ho visto – che eventi?