Kill bill vol.2
E finalmente il cerchio si chiude. O meglio, la retta. La retta spezzata, come il corpo martoriato di Uma, giunge alla sua destinazione. Non una freccia, ma un percorso, una via crucis, una recherche. Accettiamo le distinzioni, le divisioni, e diciamo così, hegelianamente: Volume 1 è un grande capolavoro di pop-art. Volume 2 è tutto il cinema che gli sta intorno. Il secondo termine oggettivizza il primo termine, lo supera e lo completa. E’ l’antitesi (quale miglior termine per definirlo?) del primo, ma suggella in realtà in arte le sue qualità.
Volume 2 è anche la linea retta (di cui sopra) che accetta la sua frammentazione: che è scavo, che è dolore, lacrime, gioia, sentimento, commozione. Tutto ciò trasversale alla retta (la linea della vendetta), ma non la esclude. Volume 2 avvolge i personaggi del Volume 1 (con curiosi giochi di rapporto ruolo/personaggio/attore) di un profondo senso di sconforto. E annega i suoi personaggi nelle immense vallate di El Paso, fatte di polvere, serpenti e tombe. Si dimenticano gli splendidi lustrini del Volume 1, quelle cose che sembrano solo cool e appassionano chi ha una visione ristretta del cinema di Tarantino. Prevedo critiche deluse. Idioti.
E poi, Leone Leone e ancora Leone, scontri a due fatti di attese infinite, un colpo, e qualche nota di Morricone. E i vecchi film di Honk Kong (non più il Giappone). E le solite autocitazioni impudiche, ma che lasciano trasparire un senso del tragico (umanista) che era solo di Jackie Brown. Ma non è il retrotesto, il paratesto, l’universo cinefilo che è l’aria di Tarantino (che ormai tutti conosciamo e diamo per scontato), non è quello ad emozionare, ma la capacità di Quentin (possiamo dirlo ora? un genio) di giocare con le linee del racconto spiazzando le aspettative (e gli basta una musica interrotta a metà, o uno sparo improvviso).
Ma non solo. Ha il talento (e il coraggio) immenso di lavorare di fino sulla rabbia d’attesa e sulle lacrime di sfogo, sui sentimenti e sulle passioni (e ci sono quattro ore di film e non tre, per fortuna). Infine, di restituire al cinema anche uno sguardo epico, tragico, sofferente (leoniano, in fondo) che da lui, di sicuro, nessuno si aspettava. Grazie a Dio, perché è una splendida sorpresa. E poi Kill Bill, non dimentichiamolo, è una splendida storia d’amore. Quentin Tarantino ce lo mostra solo ora, nel Volume 2: un amore lacerante e straziante. E una partita che si gioca con le carte tragiche (e inevitabili) della coerenza, del sacrificio e della rinuncia.
Tornando all’ignorante discorso iniziale, hegelianamente, dov’è la sintesi? Mi piace pensare che sia nel fuori campo, in quello sguardo (non più solitario) verso un posto altro, che è (non a caso) uno schermo.
Se posso aggiungere qualcosa: altre a Leone, ed al Cinema orientale (fantastica la figura di Pai Mei, che si ritrova in molti b-movies del genere), era molto forte la citazione del cinema americano anni ’40-’50 (quello degli Alan Ladd per intenderci), nelle riprese in b/n in auto, dove si simula il movimento dell’auto e sul fondo si vedono scorrere le immagini dei paesaggi. (a_virtus@virgilio.it)
lo so, non ho scritto tutto, altrimenti facevo 12 pagine. tra l’altro Esteban Vihaio che dice che Bill andava al cinema ed era innamorato di Lana Turner? Quentin fa di Uma l’ultima musa del cinema, la progenie della Turner. Che splendore.
Ti odio, questa recensione avrei voluto scriverla io!!!
E dicevi che forse non saresti riuscito a rendere a parole la tua passione x Kill Bill…! Anch’io ho scritto qualcosa al riguardo. Intanto questo post finisce dritto dritto nei miei files. Complimenti e a presto!
Ripeto che Tarantino è un malato voyerista. Ha fatto questo film perchè nella realtà non è mai riuscito a trombarsi la Thurman. E’ quasi pornografico nel sporcarla o lacerarla. Secondo me girava anche nei momenti di pausa il quotidiano di quella bella panterona bionda. Quindi Tarantino non è diverso da Tinto Brass.Solo per la morbosità. Poi il resto è puro spettacolo. La mia è solo una provocazione.lillo
ciao!!!complimenti ancora per la tua passione!
ti lascio il mio blog..
io e lara ti seguiamo spesso e ti abbiamo messo nel link..
Cavolo non vedo l’ora di vederlo!!!!!!!!!!!!
ciao aurora, grazie uomochenoncera, e grande lillo (e hai perfettamente ragione, a tuo modo) – dave e lara, mi fa molto piacere! – un saluto a tutti, aspetto domani per parlare di un paio di film che ho visto ieri perché mi aspetto qualche commento in più su KB2, voglio che rimanga in “prima pagina” ancora un giorno
Ciao; ho visto ieri Kill Bill 2; trovo la tua recensione poetica, io l’ho criticato un po’ di più, forse la prima visione è troppo carica di aspettative in relazione al vol. 2; secondo me non tutti i nuovi personaggi inseriti erano indispensabili alla trama, vedi il capo di Budd, o l’amico di Bill, però mi riservo un giudizio definitivo ad una seconda visione; Scopro oggi il tuo blog, ci metterò un po’ a leggerlo tutto!! ti invito a dare un’occhiata al mio anche se è molto più “giovane”; ciao
Imaginaria
Ammetto che non sono ancora riuscita a vedere Kill Bill, ho qui il dvd del primo ma tutte le volte rimando guardando altri film. Perche’? Non lo so sinceramente, ho ricevuto commenti entusiasti da tutti, Tarantino e il suo taglio mi piacciono pure, ma ho una sorta di timore. Finiro’ per aspettare che esca anche il secondo nella versione casalinga, poi mi pronuncero’.
kekkoz, rubo poco spazio. ho “recensito”, per così dire.
franci, non temere: quasi impossibile rimanere delusi – grazie imaginaria, vi ho anche linkato – trino, la tua recensione è bella, anche se mi sono un po’ perso…
sono una mente semplice? -
Il mio post deve cominciare con un piccolo commento, per forza di cose…
“secondo me non tutti i nuovi personaggi inseriti erano indispensabili alla trama, vedi il capo di Budd, o l’amico di Bill, però mi riservo un giudizio definitivo ad una seconda visione” scritto da http://nononoeno.splinder.it/.
Il capo di Budd è fondamentale solo per l’uscita che fa: “pensi di essere inutile come un buco del culo sul gomito?”. L’amico di Bill, Esteban, è invece fondamentale più funzionalmente che narrativamente. Ovvero, è un altro tassello alla figura di Bill che ci stiamo construendo. “E come farebbe a rivederti?”. E’ questo che noi dobbiamo sapere. Perché Bill è un guerriero, pronto ad affrontare il suo destino e a vivere la shakespeariana fine del suo amore.
Al di là di questo, Kekko, bella recensione, si vede che l’hai scritta con il cuore in mano (cosa che i critici cinematografici fanno fin troppo raramente).
Piccolo quesito.
Parliamo pure di Tarantino come del maltrattatore di Uma Thurman, era così in Pulp Fiction ed è così qui. E la povera Beatrix viene presa a fucilate di sale grosso, viene sepolta viva, viene picchiata, (quasi) uccisa, stuprata mentre è in coma, sfregiata. La decostruzione della purezza femminile è qui ai massimi livelli.
Ma allora come mai Tarantino riesce sempre a mostrarla bellissima?
Teo
la risposta è: perché E’ bellissima – grande teo
mmm…. mi sto quasi convincendo di essere idiota… io continuo a non riuscire a trovare tutta questa continuita’ tra vol I e II e a preferire la visionarieta’ (ok, frose un po’ troppo autocompiaciuta) del primo al II… ho trovato poca gente d’accordo con me, e in effetti le prime righe della tua rece mi hanno fatto dubitare della mia opinione…probabilmente dovrei rivedere i due episodi uno dietro l’altro..pero’ continuo anche a pensare che il cinema e’ prima di tutto piacere, e a me ha dato piu’ “piacere” il I…
il secondo volume ..
mi sa di più “meditato”
rispetto al primo che rivela la passione fumettistica..
c’è un una retta come dici tu..
è diverso dal cerchio di Pulp.
non che non apprezzi l’indiavolata tendenza pop e la citazione e il rimescolamento continuo del cinema dentro la storia di Kill Bill… ma a me continua a non convincere.
sulla carta, il progetto semrba allettante, affascinante, ma è nella realizzazione che non riesce a trascinarmi. ho trovato i dialoghi e molte situazioni ai limiti dell’assurdo ridicolo e della comicità (involontaria). E la banalità di certi scambi di battute (quasi tutti onestamente) è davvero inaccettabile per un genio del dialogo qual è tarantino.
di tutto, salverei solo l’apparizione e la perfidia glaciale e la bellezza da valkiria di Daryl Hannah, per me vera regina dark della storia.
tarantino e’ un genio..e basta..
C’è chi ci fa vedere quello che non siamo capaci nemmeno di sentire…
gran post
gran film
deliriocinefilo