[cannes?]
Io tifavo per Wong al buio, ha vinto Moore. Buon per lui. Sempre al buio, mi fido.
[Più che fidarsi, al buio, non si può. Giudicare o lamentarsi, al buio, è paradossale]
Mi permetto di essere molto lieto (al buio) per Maggie Cheung e per Park Chan-Wook. Non si butta via un Gran Prix!
Kekkoz, io mi sono laureata a Roma. Non mi sono mai pentita della scelta fatta. Credo che tale corso di laurea sia davvero interessante! Non trovi?
x donnagatto:ho letto il tuo profilo.Ci vogliamo conoscere?
Kekkoz, hai visto “Agata e la tempesta”? A me è piaciuto tantissimo! Ho scritto anche qualcosa sul film (ormai post in archivio).
Grazie per la visita!
Mi fa piacere avere scoperto questo Blog… è ricco di informazioni ed è moilto interessante…
Ti piacerebbe scrivere per il mio Blog Magazine? (all’interno ci sono 2 rubriche in cui potresti esprimere il meglio… [www.postmovie.splinder.it e http://www.posttv.splinder.it)
se ti piace l’idea fammi sapere che ti abilito subito le pagine, così potrai “postare” tutto quello che vuoi!
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Tangura ______________________________________
Grande Moore!Kekkoz, sei a conoscenza di un film che si chiama Si Gira A Manatthan?
io attendo con ansia di vedere il nuovo film di wong kar-wai
sono contento per moore, anche se dopo aver letto del film di wong kar wai il premio sembrava già assegnato. attendo 2046 con impazienza, più forse di fahrenheit 9/11, che dimostra ancora una volta come la realtà oggi sia diventata (nostro malgrado) più interessante e sorprendente della finzione.
rispondo con ordine:
- donnagatto: scienze della comunicazione è parzialmente un corso interessante, parzialmente un’enorme delusione – comunque a roma è molto meglio – non ho visto il film di soldini, ma soldini mi piace abbastanza
- nicola: usi il mio blog come agenzia matrimoniale?
- aurora: nicola mi ha anticipato – mai visto, comunque
- ladradiorchidee e tvc15: condivido la vostra impazienza per l’ultima fatica del grande grandissimo Wong
matrimonio?????????????????
anche io tifavo al buio per lui. Ora lo attendo e basta (assieme ad Almodovar…)
Misato-san
Cmq sono contentissima per Moore, anzi, consiglierei a tutti la lettura di Stupid White men, un libro nn solo bello, ma realista e veritiero, in grado di suscitare una sana incazzatura verso tutte quelle cose che la societa’ tende a spacciarti per giuste quando invece sono lontane anni luce dall’esserlo……
facile.troppo facile. moore ha capito benissimo il trend e lo ha utilizzato per cavalcare l’onda del successo, non andando controcorrente, come nel film precedente, ma percorrendo diligentemente il mainstream culturale che è in voga (con maestria ammettiamolo) adesso. più che un film una dichiarazione politica ben definta che servirà più alle prossime elezioni americane che al cinema.la scuola neomarxista lo ha istruito bene. quindi che dire? il premio ce lo potevamo risparmiare, visto che comunque gli antiamericani (americani e non) lo hanno già messo sul trono dei nuovi intellettuali che, si spera, saranno il motore del nuvo mondo, più giusto più bello, più felice e soprattutto senza bush e speriamo, facendovi tutti contenti anche senza il vostro odiato Berlusconi.
tanto è sempre lì che vogliamo arrivare no?
da moore a berlusconi il passo non così lontano.
Ricordate però che se Cofferati non vince a Bologna le prossime elezioni le perderete di nuovo. come l’inter.
La mia è solo una provocazione per coloro che amano il cinema e non devono per forza adorare anche la politica, nel cinema intendiamoci.
lillo
Riguardo al tuo commento, Lillo, ho due commenti da fare.
Uno più conciliante, l’altro molto meno.
Comincio con quello meno, ho sempre odiato le captatio benevolentiae.
Personalmente ritengo che aver premiato Fahrenheit 9/11 sia stata una buona scelta. E lo dico senza averlo visto, perché oso dire di conoscere Moore, che sicuramente non avrà girato un semplice feuilleton anti-bush, ma avrà accuratamente spiegato le ragioni della sua posizione. Ritengo che, come spesso accade, anche quest’anno a Cannes sia stato premiato un film forte, spinto senz’altro dalla situazione sociopolitica internazionale ma forse proprio per questo – passatemi il termine – molto più verosimile. Si può discutere se è cinema o no, anch’io tifavo per Wong. E attenzione a parlare di Moore come di un neo marxista, lui è soprattutto un campione dell’antimperialismo e dell’antiamericanismo (alcune sue parole sulla permanenenza americana in Iraq trasudavano autolesionismo). Dici che è sbagliato fare di una scelta politica un film? Non so, a me sembra che molti dei film più toccanti derivino dritti dritti da idee politiche (pensiamo solo alla nouvelle vague o, sull’altro piatto della bilancia, all’americanismo hollywoodiano, Caccia a Ottobre Rosso ad esempio). Forse queste opere non avevano la forza “aggressiva” di Fahrenheit 9/11, ma non gliene farei una colpa. La colpa, semmai, sarebbe di chi vorrebbe “imbavagliare” persone come Moore, tra le poche che parlano di ciò che credono.
Per essere, in chiusura, più conciliante, ti dirò che senz’altro Moore ha cavalcato i tempi, scegliendo di fare un film su di un personaggio che divide le masse e per questo è sulla bocca di tutti. (Forse) sapendo che il fronte antiamericano avrebbe difeso il suo film.
A Cannes hanno scelta Tarantino come presidente della giuria (e molti giurati andavano di conseguenza): la scelta finale non poteva non essere portatrice di discussioni.
Tanto i media filo americani hanno già denunciato il broglio: la casa cinematografica produttrice dei film di Moore è la stessa di quelli di Tarantino.
E sono queste accuse che mi fanno incazzare.
Teo
Piccola aggiunta: la Casa Bianca ha diramato un comunicato in cui è scritto, all’incirca:
“Rispettiamo la libertà di opinione”.
Cazzo, se anche questi hanno rinunciato (almeno apertamente) a cassare il film di Moore (già in via di censura negli States, comunque), forse è inutile sindacare troppo sulle sue ragioni e sul suo valore.
E’ cinema.
Teo
felice di avervi stimolato. k.
comunque sia, ribadisco il concetto-chiave: i film, per giudicarli, bisogna prima vederli.
il mio pensierino di oggi: la politica al cinema non fa male, al massimo è la politica che fa male al cinema
baci
ottimo, sono riuscito nel mio intento. vorrei replicare ma questa volta senza provocare ne polemizzare.anzi in perfetto accordo.
molti film grandiosi vengono da un sentore culturale nonchè politico, uno su tutti Roma città aperta.ricordiamo però che questo è un film e non un documentario con tanto di sceneggiatura definita in quanto tale. Ecoo perchè il Moore non mi convince più di tanto.Non voglio quindi demonizzare la scelta del tema ma ridefinire nuovamente il punto di vista sul personaggio Bush: non credo che divida le folle, forse e dico forse lo farà in America ma nel dopo Iraq pochi nel vecchio mondo non si sentono imbarazzati da questo personaggio ( avesse almeno l’accortezza di rendere più sottili le sue azioni). quindi credo che a Cannes questo film sia stato sconvolgente come aver scoperto l’acqua calda.Impensabile sarebbe imbavagliare Moore e altamente scorretto, ma vorrei che lo si ricontestualizzasse in termini cinematografici e non politici. come non mi piacciono in Italia le mosse alla Moretti, anche se ritengo che sia un bravo regista autore di grandi film, uno su tutti Ecce Bombo, non mi piacciono queste strumentalizzazioni,non mi piacciono i colpi bassi culturali e l’utilizzo di fini più sottili nell’arte in generale. Potrei forse continuare ma vorrei chiudere con un paragone artistico ancora più estemporaneo: anche nella Divina Commedia uno dei tanti intenti è quello politico, ma la sua enorme grandezza artistica spazza via questa più sottile evidenza.
Il mio ermetico discorso quindi termina dicendo che nel cinema la politica ci sta, ma occhio, ma non come fine.
lillo, polemica per riconciliare.
Che bello scoprire che gli estimatori di Wong-Kar-Wai non sono una cosa tanto rara! Io lo adoro, è tra i miei autori preferiti. E, ovviamente, anch’io tifavo per lui al Festival. Contento per Moore, ma ho sentito che ‘Bowling a Columbine’ era + riuscito…
mentre tutti tifavano Wong-Kar-Wai io ero l’unico che tifava Mamoru Oshii? Almeno per una questione di riconoscenza da parte di Quentin
ah… finalmente ho visto kill bill 2 in lingua originale… c’è un post in attesa di essere pubblicato… mmmmhhh…
Di nuovo per Lillo:
Non citerei la Divina Commedia, dal 1321 ne è passata di acqua sotto i ponti, e la politica del tempo, soprattutto quella dantesca, era più che altro motivata dall’ostilità nei confronti del papa o del signore feudale, e non da un qualche obiettivo politico da contrapporre… E’ tristemente vero però che si sta cercando di tornare a quella politica, fatta sempre più di personaggi e sempre meno di idee forti. Come il signor Berlusconi sa bene.
Va da sé che anche il cinema si sta adattando a questa nuova tendenza. I 9/11 Fahrenheit, la temperatura a cui brucia la libertà, è, a quanto pare, un film politico come i vari “Attacco al potere”. La differenza è che ha come protagonista un personaggio reale, nella parte di se stesso. E già questo è interessante, dal punto di vista cinematografico.
Poi, vabbè, è anche il presidente degli Stati Uniti, ma a più della metà degli statunitensi quel suo ruolo sembra – si può dire? – usurpato (ed è per questo che parlavo di una figura che divide le masse. E spesso le masse – e in America tristemente – sono dei gran pecoroni).
Teo
Su Mamoru Oshii: siamo in 2, ma io tifavo per l’Oriente a prescindere, quindi anche per Wong, come ho scritto più in basso…
Teo
teo, io e te dobbiamo sposarci. a tokio, però. il maledetto pacco da honk kong non è ancora arrivato, crisco!
quanto sei leccaulo kekko?la folla concorda.
In Giappone dubito siano legali i matrimoni omosessuali… Leggevo però che in Olanda ormai manca pochino pochino… Massimo facciamo una puntata a Utrecht!
Teo
leccaculo me l’avevano detto, ma “leccaulo” mai… lillo? firmati, vah.
e comunque io voglio sposare teo non per le sue idee politiche (per carità!), ma per la sua giappomania!