La messa è finita
Don Giulio non vuole sentire, vuole coprire quelle voci che gli dicono che lui lì è inutile, che il suo compito, quella della chiesa, della messa, è finita, perché non ha più parlare di una morale collettiva (ecclesiastica, per definizione) ma solo individuale. Giulio è un prete, ma soprattutto un uomo, un uomo che soffre per il mondo che gli cade intorno, che ama e che disprezza, che ha paura, che assiste al suicidio della madre senza possibilità di fornire il riscatto e il perdono del suo ruolo sociale. Don Giulio è anche lo stesso Moretti, che osserva e giudica, con un senso morale agghiacciante e già incredibilmente maturo.
Per la mia personale e soggettiva esperienza, non è il miglior film di Moretti. Ma è sicuramente quello scritto meglio (da lui e Petraglia), e più commovente (almeno fino alla Stanza del figlio). Pieno di brividi, lascia addosso un senso amaro di inquietudine.
ciao
…..vedi…copio-incollo (come al solito) il kekkoz-pensiero…
comunque kekkoz non mi devi prendere sul serio (ancora non lo hai capito?)
Sono sostanzialmente d’accordo. Un buon film, ma non il migliore di Moretti.