Killing words
Il cinema spagnolo ha senza dubbio delle carte da giocare, ma non si può dire che mi faccia impazzire. Se escludiamo il mio adorato Amenabar e quel geniale folletto di Pedro. Gusti personali.
Il fatto che il film fosse pubblicizzato come l’ultimo prodotto della cricca di Darkness mi faceva temere per il peggio. E invece no, Palabras encatenadas tiene il tempo fino alla fine. Senza entusiasmo, sarebbe esagerato. Ma basta e avanza, per un thriller, in fondo, ordinario: insomma, una piacevole sorpresa. Laura Manà, attrice al suo esordio da regista (discretamente portata), fa sentire il feminine touch ma non lo fa pesare, disseminando nel film elementi tanto misantropi quanto misogini.
Un gran lavoro di scenografia (splendida, davvero, e incredibilmente funzionale alla trama), e una buona sceneggiatura, che sa sorprendere (non sempre, ma abbastanza) e usa artifici psicanalitici (come le parole incatenate, sorta di versione giocosa e perversa dell’associazione di idee) con almeno un minimo di competenza. Quanto basta.