Un film parlato
“I Cristiani e i Musulmani si facevano la guerra.”
“Mamma, se la fanno ancora?”
“No, no. Era il medioevo.”
De Oliveira, alla veneranda età di novantacinque anni, sa perfettamente cosa vuole dire, e sa come dirlo. Sa anche che può permettersi di mettere 4 persone a un tavolo e farle parlare per 20 minuti in quattro lingue diverse (almeno una decina senza stacchi). Ci mancherebbe altro. Un film parlato è comunque un’opera di grandissima intelligenza, e di acutezza sopraffina. Che poi si possa o no parlare propriamente di “cinema” in questo caso, è un altro discorso.
Il film è più teorico che cinematico, l’interesse di Oliveira è fare un’altissima, preziosissima lezione sulla cultura europea, sulle sue origini, sul suo presente declino e sul suo minaccioso futuro, sulla convivenza dei popoli, sulla guerra e sulla Storia, accennando una sorta di sogno utopico matriarcale. Ma a farla da padrona sulla scena è la babele linguistica europea, perché il film (idea strabiliante, perfetta) è parlato in molte lingue: è questo, dichiaratamente, fin dal titolo, il perno centrale del discorso, il rapporto tra lingua e cultura.
Il cinema insomma non c’è, c’è il mondo che si muove intorno e le parole che danzano nel vento del mediterraneo e nella stanza chiusa della nave che lo attraversa. Il cinema arriva nel finale, improvviso e inaspettato, che può facilmente irritare (non ha irritato me), ma è l’unico modo per mostrare qual è l’idea dell’autore sul presente prossimo (siamo a pochi mesi dal 9/11) e quale sia il futuro di questa umanità, e di questo frammentato (forse morto) continente.
magnifico questo blog! se non ti spiace ti linko…ciao!
ps: dov’è la specialistica di cinema, qui a Bologna?
Kekkoz a me questo film non e’ piaciuto per niente. A parte il messaggio la forma e’ noiosia!!
il titolo è già un manifesto programmatico. a me piace il “cinema del dialogo”, adoro rohmer, però de oliveira non l’ho mai potuto soffrire. non so perché.
fringe, lo so, ho letto il tuo post. pazienza, non sono d’accordo.
e comunque, se leggi tra le righe, non ho proprio tessuto le lodi di questo film… bello sì, ma…
grande opera sui nostri giorni