Killing words
Il cinema spagnolo ha senza dubbio delle carte da giocare, ma non si può dire che mi faccia impazzire. Se escludiamo il mio adorato Amenabar e quel geniale folletto di Pedro. Gusti personali.
Il fatto che il film fosse pubblicizzato come l’ultimo prodotto della cricca di Darkness mi faceva temere per il peggio. E invece no, Palabras encatenadas tiene il tempo fino alla fine. Senza entusiasmo, sarebbe esagerato. Ma basta e avanza, per un thriller, in fondo, ordinario: insomma, una piacevole sorpresa. Laura Manà, attrice al suo esordio da regista (discretamente portata), fa sentire il feminine touch ma non lo fa pesare, disseminando nel film elementi tanto misantropi quanto misogini.
Un gran lavoro di scenografia (splendida, davvero, e incredibilmente funzionale alla trama), e una buona sceneggiatura, che sa sorprendere (non sempre, ma abbastanza) e usa artifici psicanalitici (come le parole incatenate, sorta di versione giocosa e perversa dell’associazione di idee) con almeno un minimo di competenza. Quanto basta.
anche io vado alla mostra del cinema, ma come turista ignorante accompagnato da amiche veneziane..magari ci si becca davvero per una birra..
melkisedek
KEKKOZ WROTE: “non conoscevo il tuo blog… com’è possibile? ciao ciao
“. Beh ora che l’hai scoperto datti da fare. Scava a fondo. Senza esagerare ci saranno oltre 50 pseudo-recensioni di film. Il “pseudo” è d’obbligo per non montarsi la testa!
come ti invidio, che dirti divertiti e vedi tutto quello che puoi.
giààà… divertiti.
no, sul serio, buon festival.
beato te… ma cos’è il “feminine touch”? e come si riconosce? titoli di testa con fiorellini e cuoricini?
Quando vengo qui mi sembra di stare sul mio blog:-)). a proposito sul nuovo blog “dopo la notte” http://dopolanotte.splinder.com/
dedicherò uno spazio alle recensioni dei film. Adesso c’è la prima recensione sul film di M. Moore.
Ciao Rob.
ciao kekkoz goditi la mostra tu che puoi, e non provarci con la gerini…
m.
certi chiamati romani vanno la casa.