Vento di terra

di Vincenzo Marra, 2004

Alcune recensioni a questo film, accolto molto positivamente a Venezia Orizzonti, hanno segnalato come difetto di questo film la sua ripetitività. Ma se c’è una forza in questo film è proprio l’uso espressivo dei meccanismi di ripetizione.

Lo dimostra il fatto che tali visioni molteplici sono molto sistematiche (carrello in avanti e indietro sulla madre che cuce, carrello laterale negli uffici, le interminabili scene del motorino, eccetera), e ancora di più la circolarità del film, che inizia e finisce con la stessa identica panoramica sulla città di Napoli. Perché Vento di terra racconta del dramma (personale, anche se inserito nella Storia italiana recente) di una vita senza vie di fuga, senza speranze, una vita segnata del ripetersi degli eventi (e dei traumi) e condannata all’inevitabilità dell’infelicità.

Questo ovviamente rende il film estremamente deprimente: non dev’essere per forza un’accezione negativa. Lo è per me, soprattutto in alcuni passaggi, e nei confronti dei personaggi, a cui è dato un rispetto minimo all’interno di una totale visibilità. Questo però è tutto da vedere. Quello che è sotto gli occhi è invece una notevole assenza di personalità nello stile di Marra, ricercatamente neorealista, ma forse molto più secco. Anche se riesce a dotare di credibilità il volto dolente e volutamente inespressivo dell’esordiente Pacilli, e ha un certo talento nel ritrarre gli interni, dando un carattere spietato e squallido ai luoghi napoletani e milanesi.

La personalità viene fuori, però, in molti momenti: nei dialoghi di Vincenzo con la sorella, in alcune scene della lunga sequenza dell’addestramento (quella della marcia punitiva, bellissima, in testa), in quella della fuga per raggiungere la madre suicida, o in quello sguardo che Lorenzo, dal treno e dall’autobus (ancora una ripetizione), rivolge all’esterno, al verde della natura, conscio forse del destino avverso o semplicemente affascinato da un futuro che non arriverà mai a stringergli la mano e a sorridergli.

8 Thoughts on “

  1. Ciao, anch’io sono un’appassionata di cinema, capitata quasi per caso sul tuo blog.
    Ti consiglio vivamente di vedere “Le conseguenze dell’amore”, unico film italiano presente a Cannes.
    Il regista

  2. sono anch’io curioso di vedere le conseguenze dell’amore, dal trailer sembra interessante. invece marra come regista mi pare nullo.

  3. liza e rat, le conseguenze dell’amore è il prossimo film che vedrò. sono curiosissimo. (tra l’altro, ho parlato dell’uomo in più nel blog… niente male davvero).

  4. stasera voglio vedere dei film giap dell’orrore che danno su sky, speriamo che i miei si levino dai coglioni in tempo…

  5. averlo, sky…

  6. niente da fare, i miei non si son levati dai coglioni, che rabbia, i filmetti sembravano interessanti… ho noleggiato il primo ju-on, anche se ho letto troppo tardi che a te non è piaciuto, quindi temo il peggio. comunque almeno c’è chiyaki kuriama, vero?

  7. no! chiyaki è nel primo tv-movie, non in The Grudge (non in quello a noleggio, insomma)

    :-) lo so, è un casino ‘sto ju-on! (comunque non è inguardabile, eh!)

  8. fregatura totale… comunque il film non era malaccio, peccato che non l’abbia visto in un’atmosfera molto congeniale.

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