[OT: back to life]


Sì, niente aggiornamenti neanche oggi, a causa dell’esame che mi ha portato via la mattinata e gran parte delle mie energie.


Ne approfitto per ricordare che sul blog del raduno si attendono conferme (anche per i nuovi arrivati). Fatevi sentire.


E segnalo l’ultimo post dell’amico Rat. Ne esce quasi un affettuoso ritratto di famiglia. Bellissimo.
[Magari potessimo esserci tutti, a quel raduno...]


5 Thoughts on “

  1. sono commosso… sigh, sigh… quasi quasi vengo al raduno… no, ci ho ripensato :-P

  2. tuttora combattuto: vedere due dei film + introvabili di Kurosaw K. a Roma o il raduno? … annego nel dubbio …

  3. 2 film di K.K. quali?

  4. In riferimento al post su “primavera, estate…”
    (http://giovanecinefilo.splinder.com/1087576161#2370753)
    … io l’ho visto in un cinema all’aperto, unica, insieme a mia sorella, consapevole di andare a vedere proprio quel film – programmato all’ultimo minuto – e non “monster”.
    In tutto saremo stati una decina di spettatori.
    Al di là dei giudizi sulla qualità della storia, della regia, ecc, ho una domanda per te: hai trovato tutti quei significati che legavano le varie scene, i particolari, o cercarli era una forzatura?
    Mi è venuto questo dubbio perché, in fondo, la cultura coreana (?) è molto lontana dalla nostra e alcuni simboli o azioni che possono sembrarmi legati o spiegabili tra loro magari non lo sono affatto.
    Che ne pensi?
    Complimenti dovuti per l’interessante blog. :)
    Se mi lasci ti cancello l’ho visto ieri, e scoprire il titolo originale è stato illuminante. In sala c’erano poche persone e, per di più, tutte under 18! Avvilenti i commenti e orrendi i telefonini accesi “per la noia”…
    Molto bello il film.

  5. il cinema, a mio parere, parla da sè.

    poi, quello che vogliamo sentire può essere differente, può essere condizionato socialmente, può essere persino frainteso o forzato.

    la forza di un film è anche e spesso questa: comunicare semplicemente da sè.

    e credo che questo film lo faccia. non ho avuto il bisogno di forzare la mano: grazie al cielo, parlava lui per me.

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