Sonatine
di Takeshi Kitano, 1993
Sonatine, secondo solo ad Hana-Bi (e in un certo senso, diverso, a Dolls e a Violent cop) nel mio cuore kitaniano, è un film di una tale bellezza che trascende la mia capacità di spiegarvela.
Quel gioco sulla spiaggia. Quel sogno e quello sparo. Quel terribile ascensore. Al quarto film, c’era già tutto Kitano.
Capolavoro, ma che ve lo dico a fare.
Ora ve ne racconto una bella: mi son lasciato scappare il DVD in edicola a 8,90!
Applausi, applausi!
io non me lo sono fatto scappare. infatti è per quest’acquisto bazza che l’ho rivisto ieri. yeah.
che ce lo diciamo a fare? (per caso tu ce l’hai il libro “il cinema nero di takeshi kitano”? rispondimi privatamente)
anche se non me lo ricordo bene, sonatine me lo ricordo come un film piuttosto palloso, aldilà delle scene che hai nominato non mi sembrava fosse uno dei suoi migliori lavori…
Scene at the sea mi era piaciuto parecchio di più…..mah..dovrei rivedermeli i film di kitano, ma non c’è tempo!
non poter vedere tutti i film che si vorrebbe è un grosso problema!
Nel mio cuore kitaniano Sonatine non è secondo a nessuno (e me lo sono perso, in edicola, dannazione).
Dolls. Dolls è il più meraviglioso.
m.
Sonatine è primo. Punto. Non voglio sentire repliche. :]
kitano: o lo ami o lo odi
potrai mai perdonarmi se ti dico che non son ancora riuscito a capire perchè tanta gente ama kitano?
ed ora ti dico anche una bestemmia: secondo me è sopravvalutato….
mi rivolgerai ancora la parola??
di kitano il numero uno è dolls!
non venitemi a dire che sonatine è un film migliore!
L’Estate di Kikujiro non lo cita nessuno… magari non il migliore, di certo uno dei meno emblematici dei suoi temi “classici”, ma io lo trovo straordinario…
nicola: non ce l’ho.
murda: sonatine palloso?
goka e cineblob: però, hana-bi…
m. (chi sei?): dolls è diverso.
fulmicotone: come si fa a odiare kitano?
snorky: vabbè, de gustibus.
ohdaesu: sono d’accordo, è straordinario. ma per me è impossibile stilare una classifica.
Sonatine è meraviglioso, non dico altro, detesto le classifiche, soprattutto su di un regista che adoro.
Solo un piccolo intervento: sarà un caso, ma il quarto film di Kitano è quello che per primo si basa sul grande tema della morte (dove, quando, perché). In giapponese, il numero 4 ha la stessa radice della parola “morire” (shi, quattro, e shinu, morire), tanto che i giapponesi lo considerano il numero rappresentante la morte. E’ il motivo per il quale in nessun ospedale giapponese troverete mai un letto, una camera od un piano contrassegnati dal numero 4.
Bizzarrie del caso…
Teo
completamente d’accordo con te, kekkoz, secondo solo a Hana-Bi e comunque un gran film
fabio