Ran

di Akira Kurosawa, 1985

Devo ammetterlo, all’inizio il King Lear riletto sotto la luce del teatro Nô, non convinceva del tutto. Ma basta il tempo di abituare l’occhio e la mente, ed arriva la sequenza dell’assalto al terzo castello. E’ una sequenza più che perfetta, un massacro astratto fatto di grandi macchie rosse e bandiere, frecce e corpi lasciati morire appesi, un lugubre e macabro affresco boschiano accompagnato da una musica (di contrasto) funebre e solenne. Straordinario.

Da lì in poi il film è tutto in salita, con il personaggio terribile e vendicativo di Lady Kaede (l’inquietante, bellissima, bravissima Mieko Harada) e il suo sangue ad illuminare di rosso il muro. E il viaggio metafisico sui luoghi della memoria e della colpa del vecchissimo re (interpretato da Tatsuya Nakadai, che ai tempi era poco più che cinquantenne) e dal suo buffone: personaggio straordinario, rilettura cinica del guitto shakespeariano.

Incredibile il finale, con la sua riflessione sul legame tra storia e violenza, e con quell’immagine, molto più che suggestiva, del cieco sull’orlo del baratro.

10 Thoughts on “

  1. ebbi a vederlo a ì cinema, codesto capolavoro, e m’aricordo che per anni influenzò non solo le nostre giovani menti di ragazzi, ma anche ì lavoro d’una generazione di creativi. Ispirate al film nacquero pubblicità d’automobili, bottiglie di profumi, shopper di negozi alla moda e una quantità industriale di tessuti per la moda. La cosa straordinaria è che oggi di quel film non ricordo assolutamente nulla se non, molto vagamente, i vessilli della battaglia

  2. E io aggiungo che, di solito, nella mia classifica dei film preferito questo regge saldamente il secondo posto.
    Secondo alcuni l’inizio è troppo lento e statico, ma a mio parere in quelle scene iniziali di cavalieri immobili nei prati verdi mossi dal vento c’è già tutta la gloria, la maestosità e l’inquietudine di questa meraviglia di film.
    Devo davvero decidermi a comprare l’edizione DVD francese… ho solo la VHS dell’espresso che a metà si interrompe coi cartelli del primo/secondo tempo ;___;

  3. ti dirò…..nonostante lo abbia visto due volte ne ho un ricordo sfocato a parte la scena della tenda e le battaglie.Eccessivo nella sua epica.

  4. Nel mio cuore kurasawiano gli ho sempre preferito Kagemusha-nel genere epico storico a colori da vedere assolutamente in sala intendo.

  5. kagemusha ahimé mi manca (ma come si nota sto cercando di coprire la filmografia kurosawiana lasciata lì da tempo)

  6. nicola: eccessivo? è shakespeare! :-)

  7. a teatro ho visto una edizione meravigliosa del lear (nel 1996 mi pare) con ronconi alla regia.Grandi attori (tra cui popolizio) ma 4 ore sono dure da digerire.Però ho scritto eccessivo nella sua epica.Lo ricordo molto sfarzoso e poco intimista.

  8. beh quello è vero. poi, non è detto sia un difetto.

  9. utente anonimo on 29 ottobre 2004 at 20:33 said:

    Condivido la tua analisi. Ran è uno dei lavori più riusciti di Kurosawa. Il mio preferito dell’autore giapponese, però, è Kagemusha.

  10. Ops… ho dimenticato di firmarmi. Il messaggio precedente è mio :P

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