L’orribile segreto del Dr. Hichcock

di Riccardo Freda, 1962

Povera Cynthia: non solo suo marito non se la caga più di tanto, è ossessionato dal lavoro e dalla moglie morta, si ostina a vivere in una casa che spaventerebbe anche un boia, e cerca puntualmente di ucciderla. Suo marito, il dottor Hichcock (senza t, ma con tante citazioni), è anche un tantino necrofilo.

Un bel gotico italiano, girato (come si soleva) alla inglese, con più idee che denaro, una tecnica ammirevole, un buon florilegio di spaventi, e una Barbara Steele in gran forma. Anche se, diciamocelo, era più fascino che altro.

La paura nasce, in modo intelligente, da un oggetto o da un rumore, da qualcosa fuori posto (e spesso fuori campo). Si sgonfia poi immancabilmente (con un grido e uno svenimento della Steele o di chi per lei), per poi esplodere finalmente nel finale, in modo improvviso e comunque risoluto. Il risultato è angosciante ed estenuante per lo spettatore, costretto a interrompere il suo spavento, e alla negazione catartica. Una metologia che è andata un po’ a perdersi.

3 Thoughts on “

  1. mi sembrava di aver riconosciuto la fotina!!! Era il film di freda (lo ricordo di una mediocrità assoluta

  2. eh, addirittura! :-)

  3. io freda proprio non lo sopporto

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