L’isola – The isle (Seom)
di Kim Ki-Duk, 2000
Seom è il film con cui Kim Ki-Duk fu notato nel nostro paese, grazie ad una clamorosa presentazione veneziana, a cui seguì un’inaspettata scomparsa, un passaggio su Rai3 (da me, ahimé, perduto) e di recente su Sky.
Un uomo e una donna escludono la loro identità e il loro passato, escludono se stessi, su una casa galleggiante in mezzo ad un lago, fuori dal mondo. Si amano, si odiano, e proteggono il loro isolamento. Fanno l’amore, fanno del male, si fanno del male. Kim, come molti grandi autori, gira in fondo sempre lo stesso film: c’è la parafrasi dell’isolamento di Primavera, estate…, la ricerca di un cammino redentivo di Samaria, l’ossessione amorosa di Bad guy.
Non è forse il suo miglior film, perché come non mai colpisce basso, con una violenza sadico-masochistica che cerca, come spesso accade nel suo cinema, lo shock e la reazione di disgusto. Le scene, celeberrime, degli ami conficcati dove non batte il sole, quasi insostenibili, o l’immagine di un uomo che defeca, di una rana sventrata, di un pesce sbudellato che continua a nuotare nel lago.
Colpisce basso ma comunque colpisce a fondo. E riesce ancora a parlarci di amore, di solitudine, di peccato, di redenzione, con una tristezza panica che forse, quello sì, non tornerà più con una tale estremità nel suo cinema, una disperata malinconia che tocca il cuore e le membra con violenza, e senza mezze misure.
E poi, che stile. E che immensa capacità narrativa: lei è muta, lui parla ben poco, e la parola provoca sempre disaccordo ed è messa al bando, uccisa. Il silenzio (come in Bad Guy e soprattutto in Bin-jip) è l’unico modo per trasmettere le vibrazioni dell’anima. Tanto Kim riesce a far parlare i corpi, gli ambienti, gli oggetti, la natura intorno a loro (l’acqua, le piante). Senza bisogno di una parola.
Via Gokachu, i disattenti vengono a sapere che Bin-jip, visto a Venezia, forse il suo capolavoro (è difficile deciderlo), uscirà nelle sale italiane il prossimo 3 Dicembre con il titolo (una volta tanto, corretto) "Ferro 3 – La casa vuota". Sia benedetta Zia Mikado.
lo vidi in tv e devo dire che,scene crude a parte,non mi entusiasmò.Hai detto tutto tu.
grazie per l’autocitazione…
ormai davanti alle recensioni/considerazioni dell’ottimo kekkoz (!) ci si può solo inchinare.Ammirazione,solo ammirazione.E’ nato un nuovo re! Viva il re!
grazie nicola e grazie andrea quante faccine :-!
comunque dopo aver visto altri 4 suoi film, sto considerando il primo che ho visto (“Primavera, estate…”) sotto una luce nuova. acquista significati nuovi che non avevo potuto considerare (soprattutto dopo l’isola). probabilmente quel 4/5 dato su cinebloggers era un 5/5. credo che lo rivedrò nei prossimi giorni.
e come si evince dall’iconcina, la prossima visione NON sarà l’inedito kurosawaiano, ma una prima visione, da me molto attesa (e di cui in giro si parla decisamente bene).
la prima volta mi lasciò così, ma oggi dico: stupenderrimo
Io ho sempre qualche perplessità a parlare dei film di Kim (tranne il limpido Primavera), dato che non capisco mai quand’è che sovverte le regole e le aspettative e quando semplicemente ricerca lo choc a scapito della credibilità. Questo mi è piaciuto, pur con riserve. (pregi e difetti sono quelli elencati da kek, anche se forse io sono in generale più scettico laddove lui è più adorante).
Mmmm, vorrei sapermi esprimere meglio. Da rivedere…
appena tornato dalla visione. Kekko, mi dispiace dirlo, ma non ti sei perso niente. Davvero dimenticabile (mi sento un criminale a parlare così di Kurosawa…)
Forse questo week end riuscirò anche io a vedere Bad Santa. Ne ho francamente piene le scatole di film orientali…(a proposito, sono in arrivo Coas Guard e Gozu. Stasera li guardo e li masterizzo)
Ciao!
Come si fa a dire “ne ho piene le scatole dei film orientali”? Ce ne son di tutti i tipi…
Ohdaesu, era ovvio che stavo scherzando. è che da un mesetto a questa parte ho visto davvero SOLO film orientali, e inizio a sentirmi un po’ alienato cinematograficamente. Tutto qui ^__^
Da ieri qui a Roma sono apparsi i primi manifesti di Ferro 3…finalmente! A Venezia non l’ho potuto vedere ma ho consumato il pressbook!
D’accordo con te, colpisce basso e a fondo…
^^” Perdonami Andrea, mi s’era messa in moto l’indignazione automatica…
per un attimo ho temuto il massacro… ragazzi, che bello avervi qui tutti i giorni!
ciao ohda, ciao andre.
isola è un film per cinefili. cioè quelli che assaporano il piacere della parola mentre non solo la pronunciano ma anche mentre la pensano… colpisce duro e profondo… siamo chiari, una volta tanto. pescare una donna infilandole un amo nella vagina se volete è poesia. se non volete è esattamente quello che ho scritto. ora spegnete il computer andate da un vostro parente o da una vostra amica e raccontategli il film. lei o loro non capiranno un cazzo. voi però sarete felicissimi perchè voi, cinefili nati, l’avete visto anche se non vi azzardate a dire che l’avete anche compreso. colpisce duro e in profondità. come l’apparenza della vostra passione. ps. non ho un blog per questo non c’è il mio indirizzo, non un nickname per questo non c’è nemmeno quello. se questo vi indispettisce guardatevi un altro film bello e intelligete come bad santa. come ghost world. come voi.
la cosa non mi tocca. rimango sulle mie opinioni, e ribadisco quello che ho detto: sono gradite le firme.
comunque gli insulti (sì, insulti) qui non sono graditi (e nulla mi vieterebbe, per una volta, di cancellarli). perché non spegni il tuo di computer? grazie per averci prestato un po’ della tua illuminazione.