Il disprezzo (Le mépris)

di Jean-Luc Godard, 1963

(edizione integrale francese)

Nella versione italiana rimaneggiata da Carlo Ponti, assassino travestito da mecenate, è uno dei più vergognosi massacri distributivi della storia del cinema italiano. Ne ho avuto coscienza vedendo tale versione a sprazzi dopo la visione di quella originale. Che è, invece, bellissima, e degna della sua fama.

Un film sul cinema e sull’arte, complesso e stratificato ma in fondo di una scioccante e diretta semplicità categoriale: il disprezzo è quello provocato dal contrasto tra la figura dell’arte pura, rappresentata dal geniale progetto omerico di Fritz Lang, conscio della sua natura di simbolo, e quella della sua commercializzazione, rappresentata dal disgustoso (e bravissimo) Jack Palance. Quasi un alter-ego di Ponti: un film che contiene già al suo interno la critica dell’operazione editoriale a cui è sottoposto.

Il diprezzo è quello che l’arte (la Bardot, la musa, la bellezza) prova nei confronti dell’artista (Michel Piccoli) nell’istante della sua corruzione, con l’Odissea che da metacinema si trasforma in chiave di lettura di un’angoscia artistica ma anche esistenziale: prima l’inquietante assenza negli studi di cinecittà (la morte del cinema: sequenza citata pari pari da Niccol in S1m0ne), dalla claustrofobia di un appartamento (scena infinita e catatonica, in cui succede tutto e niente, e gli attori danzano con perfezione intorno alla mdp), e infine l’ariosa e tuttavia ansiotica sequenza della villa malapartiana. E infine, la tragedia improvvisa e priva di catarsi.

Intellettuale e affascinante, girato divinamente e così pieno di spunti da essere quasi enciclopedico. Forse più interessante che bello, più glaciale che appassionante, ma di un’attualità sconcertante, e assolutamente essenziale.

Ho parlato (bene) anche di: Questa è la mia vita, Bande à part, Alphaville.

20 Thoughts on “

  1. aggiungo che ora che l’ho visto capisco perché godard odiasse così tanto “effetto notte”. lo capisco, ma mica lo giustifico.

    voi, quale preferite? io non lo dico, ma forse si capisce.

  2. Parlare del disprezzo senza parlare delle chiappe della Bardot nella sequenza iniziale (ok ok costretto dalla produzione, ma pur sempre).
    E per fortuna che hai parlato bene di Bande à part e Alphaville… e ci mancherebbe altro (tra l’altro secondo me la Karina è assai più chic della Bardot). Questa è la mia vita mi manca, titolo originale?
    Non sapevo che Godard odiasse Effetto Notte, ma non erano culo e camicia?
    Ma abiti in un negozio Blockbuster? (o analogo di qualità)

  3. No, ha il culone di abitare in quella cacchio di città che è Bologna, in cui -quei giorni che ero su in cineteca a far ricerca per la tesi- ho sbavato di fronte a tutte le proiezioni del cinema lumière e a cui non potevo andare. merd! Mi sa che se devo prendere una terza laurea, me la prendo proprio al dams, ho deciso!

  4. sceicco: giusto. mi ero anche fatto una nota mentale per citare le suddette chiappe, ma poi mi sono dimenticato. eheh. – il titolo originale di questa è la mia vita è “vivre sa vie” ed è assolutamente il miglior godard (spanne e spanne sopra) tra i pochissimi che ho visto -non so dove ho letto questa cosa (magari me la sono immaginato, che figura), ma mi pare che godard scrisse un articolo dicendo che effetto notte era una vergogna e francois si doveva vergognare… e comunque presero strade molto diverse molto presto… – infine, anch’io penso che la karina sia meglio della bardot… e qui si apre uno scenario di tempesta.

    figliodized: terza laurea. deh eh ih oh.

  5. si, grazie alla moratti sembriamo tutti dei super cervelloni, ma in realtà sto solo finendo la specialistica. E anche a malavoglia.

  6. Sono un orfano del primo Godard, quello fino a WEEKEND incluso. Ne volgio un altro, ora, subito, adesso.

    Bardot-Karina: una è più da sera, l’altra più da cocktail.

  7. Ma il motivo dell’astio di Godard verso Effetto Notte?
    Troppi trombamenti?
    Attrici non gnocchissime?
    Troppo poco stilosi i costumi?

    (che foto triste della Karina… dev’essere di quando guarda Jean d’Arc al cinema in non so piu’ bene che film, meglio una da bande a part)

    si, carino vivre sa vie; scusa ma tu i film di truffaut con quei titoli in italiano deliranti mica li citi in italiano no? secondo me i film vanno citati col titolo che l’autore ha voluto dargli (“traduzione” fra parentesi volendo); ma è un’idea mia;

  8. beeeeeeeeeeeeeeello weekend!!!!

  9. Ero arrivato solo per parlare delle chiappe di BB (chi si ricorda quando Ghezzi fece passare l’edizione integrale su RaiTre, anni fa?), ma sono stato preceduto, quindi nulla.

  10. Ci sono più chiappe nella versione originale?
    Anzi meno in… quale?
    Io credo di aver visto solo l’originale, dato che di chiappe ce n’erano per parecchi minuti.

  11. Io non vorrei sbagliarmi, ma mi pareva che Ponti avesse prima imposto la scena con le chiappe, poi l’avesse tolta, nel massacro generale. Per cui niente chiappe (danno e beffa) nella versione pontizzata.

  12. sono kekkoz, e splinder dà i numeri. fanculo.

    RISPOSTE.

    figliodized: allora siamo colleghi.

    gokachu: geniale.

    sceicco: la linea che seguo da un po’ di tempo è quella del titolo italiano con l’originale tra parentesi, mi sembra UN modo giusto – comunque credo che jean-luc desse del “venduto” a francois (in fondo il film nel film è un film “da studios”) – quella foto è quando guarda il film di dreyer in vivre sa vie – ah, come “carino”?

    ohdaesu: hai chiarito perfettamente in mia assenza la questione delle chiappe. grazie. viva le chiappe della bardot (spettacolo, tra l’altro)

  13. Lieto di chiarire questioni su chiappe siffatte.

  14. Si, hai ragione per i titoli, scusa non avevo visto granché del blog prima di commentare. Del resto mi hai visto anche tu dirigermi subito ai commenti con solo in mente le chiappe della Bardot. :)
    Carino vivre sa vie, sisi. (non è che mi ricordi tantissimo, era nel mezzo di un rassegnone con tutto tutto godard in cui tra l’altro mi sono rivisto quattro volte alphaville, due le mepris e tre bande a part e a bout de souffle; tu mi dirai che di film tristissimo si tratta (vivre sa vie), ma io me lo ricordo solo come aggraziatissimo e gentile) Io sono un grande fan del minuto di silenzio. E del louvre di corsa in 11 minuti (per battere l’americano che l’aveva fatto in 13, o numeri analoghi).

  15. Io ho visto solo la versione pontiana, e sento molto il desiderio di visionare quella originale (naturalmente per le chiappe della Bardot). P.S. La parole che ricorre con più frequenza in questi commenti indovinate qual è? ;)

    Ciaoo Rob

  16. è chiappe, ovviamente. chiappe chiappe e ancora chiappe.

    rob, anche se io non l’ho comprato, il dvd si trova facilmente e a poco (persino alle feltrinelli) – il prezzo di listino è 14,99 euro. ci sono 2 dvd con entrambe le versioni.

  17. [le chiappe hanno tanto tirato che il capolavoro di powell & pressburger qui sotto non se l'è pisciato nessuno... sigh...]

  18. spero che la mia scelta di segnalare le mie visioni di stasera come “stasera, al lumiere” non sia troppo localista!! :-D

  19. grazie per la segnalazione. Ci farò un pensierino.

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