Stalag 17

di Billy Wilder, 1953

"I don’t know about you, but it always makes me sore when I see those war pictures… all about flying leathernecks and submarine patrols and frogmen and guerillas in the Philippines. What gets me is that there never was a movie about POWs – about prisoners of war.

Now, my name is Clarence Harvey Cook: they call me Cookie."

Il film si apre così, con una dichiarazione d’intenti: "non so voi, ma mi irrito sempre quando vedo quei film di guerra", i film in cui è descritto solo l’aspetto tecnico e spettacolare della guerra, ed è tralasciato l’aspetto umano. Così Wilder si rinchiude in una sorta di non-luogo ante litteram: lo stalag, il campo tedesco di prigionia militare, e più in dettaglio la baracca in cui si svolgono quasi tutte le vicende. Per parlare non per forza di come si viveva realmente dentro uno stalag (forse un po’ peggio?), ma di come un gruppo di uomini può sopravvivere in uno stalag.

Wilder si spinge anche oltre, grazie a una sceneggiatura scritta con Edwin Blum, bella ma non brillante come quelle scritte con I.A.L. Diamond, e trasforma il film bellico in una delle sue corrosive pièce, vera e propria commedia drammatica in cui la caccia alla spia è pretesto per una ricca incursione nelle relazioni umane, arricchita da spunti originali sull’amicizia virile e sul tradimento, sui valori antimilitaristici della fratellanza e dell’onestà, e soprattutto da uno sguardo cinico sul valore e sui compromessi dell’individualismo ("dog eat dog").

Grande la regia, come al solito, per come riesce a sfruttare gli spazi ristretti a sua disposizione. In questo, almeno due scene da ricordare: un virtuoso carrello in avanti (richiamato da un "controcarrello"), che richiama un gioco di sguardi tra due personaggi; e la scena in cui Sefton scopre, grazie all’ombra penzolante di una lampadina, il metodo con cui la spia comunica con i tedeschi, mentre nella baracca tutti ballano e cantano.

Davvero eccezionali le prove di William Holden (premiato quell’anno con l’Oscar, e come negarglielo), e di Robert Strauss & Harvey Lembeck ("animal" e Shapiro), che forniscono il respiro farsesco dell’intero film.

Internal links about mister Wilder: L’appartamento.

21 Thoughts on “

  1. wilder è sempre stato uno dei miei registi preferiti, SOPRATTUTTO (ma non solo) per alcune commedie che mi hanno letteralmente “cresciuto”. some like it hot, seven year itch, kiss me stupid. che meraviglie.

    stalag non l’avevo mai visto, prima volta.

    [e tra l'altro, mi mancano moltissimi film di Wilder... e ne ha fatti "solo" 27... uff...]

  2. ho messo nella “wishlist in sala” anche il musical di schumacher perché qui a bologna in un cinema (“europa cinema”, ex “officinema”) lo fanno in lingua originale sottotitolata…

    e non (bestemmia!) con le canzoni TRADOTTE E CANTATE IN ITALIANO… che porcherie… state molto attenti!

  3. io amo i film in cui viene descritto l’aspetto “tecnico” della guerra. ce ne fossero di più…

  4. eh beh, in effetti.. ma la profondità di malick, di kubrick…

    stalag 17 lo vidi? ti piacque?

  5. boh, non so… la montagna sacra mi ha convinto solo a metà…

  6. è uno dei film che maggiormente mi colpirono nel lontano passato, ne ho un ottimo ricordo. ciao

  7. WILDER E’ IL CINEMA. punto. :)

  8. Uno dei migliori film sulla seconda guerra mondiale. :-)

    Ciao
    Paco

  9. beh grazie per il passaggio nella blogsfera virgiliana, vedo il tuo infinito archivio e plaudo al tuo amore cinefilo. Al prossimo incontro. Regali saluti. LaReginaPigra

  10. aspetto di leggere….poi ne parliamo ^__^

    apparte li ho visti un botto di tempo fa e nn so se riesco a reggere una discussione :-p

  11. no, purtroppo stalag non l’ho mai visto.

  12. MA SEI ANCHE TU UN FAN DI MARCO CONIDI?
    DATO CHE IO LO SEGUO DA SEMPRE ED HO TUTTI I SUOI DISCHI….
    TE LO CHIEDO DATO CHE HO TROVATO UN TUO MESSAGGIO SUL SITO http://www.escualotis.com/denti/index.php?p=631#comment-5417
    COMUNQUE IO SONO AGOSTINO DA NAPOLI ED HO UN LIVE ACUSTICO ECCEZZIONALE DI 25 CANZONI E LO VENDO A SOLI 20 EURO SE MI DAI LA TUA MAIL TI POSSO DARE UN PICCOLA ASSAGGIO…….
    FAMMI SAPERE
    IL MIO CELL. E’ 3343546583

  13. E non hai pietà tu di noi?

  14. ahahah è arrivato anche qui agostino

  15. utente anonimo on 19 dicembre 2004 at 12:23 said:

    noooo.. il prossimo film di cui parlerai è el topo… oddio!!!! ho già paura… chissà quante puttanate ti verranno in mente… perchè per una volta non lasci in bianco?

  16. a me el topo piace.
    ratto

  17. Oggi hai sette anni, ormai sei un uomo. Seppellisci il tuo primo giocattolo e il ritratto di tua madre.

  18. ciao, sai per caso quando uscirà Palindromes di Todd Solondz? dopo Venezia non nè ho più sentito parlare ed io adoro quel regista!

  19. Dove lo mandano sto film che non lo trovo? Merda.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

You can add images to your comment by clicking here.

Post Navigation