Evilenko
di David Grieco, 2004
Evilenko, tratto da una terribile storia vera e diretto con mano sicura dall’esordiente David Grieco, è un serial-thriller che segue una doppia linea i cui percorsi si incrociano: la schizofrenia omicida e cannibale di un singolo uomo diviene metafora di un mondo e di un pensiero, quello comunista (gli omicidi sono datati 1984-1989), che crolla trascinando con sè la psiche degli uomini russi.
Non si condanna fino in fondo un uomo malato, e c’è anche tempo per una chiara riflessione sul tema nel finale, e il manicheismo politico è tenuto a debita distanza: i comunisti non sono tutti mangiatori di bambini. Il film al di là di questo, segue in modo inquietante e intelligente il cammino di un uomo malefico e ipnotico, che lo trasforma in una sorta di orco cattivo terribilmente affascinante: il tremendo incipit è quasi "fiabesco", in cui Evilenko è una sorta di babau, simile al mostro della "Moglie di Frankenstein".
Spesso la fotografia non è all’altezza di una regia composta e corretta, anche nell’esibizione della violenza: mostrata, sì, ma con coscienza di causa. E purtroppo la discreta sceneggiatura a volte tende a sottovalutare lo spettatore, dal momento che la metafora storico-politica (di cui sopra) ci viene spiegata a parole chiare da uno degli interpreti.
Ma, esauriti questi (e altri) difetti formali e sostanziali, rimane l’impressione di un film onesto e coraggioso rispetto agli standard del cinema italiano, capace di riflessioni storiche non banali, con uno sguardo pessimista al presente europeo nell’idea dell’omicidio seriale come virus nascente. Malcom MacDowell non è stato così bravo dai tempi di Arancia meccanica. Purtroppo il resto del cast è da galera.
Link: Ne ha parlato anche l’amico rattaccio.
tutti i cinebloggers in vacanza…
domani l’ultimo (o gli ultimi) post dell’anno, poi parto.
ma prima di partire vi lascerò il classificone.
il mio ultimo post ci prova a parlare di cinema (italiano…)
non l’ho visto ma ho visto il film di chris gerolmo (cittadino x) sulla vicenda chikatilo.Grieco me lo ricordo quando su telepiù conduceva una trasmissione di cinema molto interessante intervistando registi ai festival e non solo.Sapevo che era passato alla regia ma mi sfuggono i motivi….
link 1 sk
crime l.
nicola: sì lo so che Grieco fa quel genere di cose – l’ho conosciuto a venezia dove faceva lo stesso proprio nella sezione dove lavoravo: interviste, presentazioni, conferenze- tra l’altro è un tipo intelligente e molto simpatico
e com’è il film di gerolmo? grazie per i link!
Io purtroppo, non conoscendo Grieco di persona, ho solo ricordi della sua trasmissione su Telepiù, in cui (mi perdoni?) lo trovavo antipatico e di gusti atroci (ricordo come demolì con immotivata ironia “Gohatto” e ritenne trascurabile “In the mood for love” mentre si invasava vergognosamente per Dancer in The Dark). Per questo non l’ho mai potuto soffrire, ma c’è chi parla mediamente benino di questo Evilenko, dovrò forse guardarlo, se mai mi capiterà…
Sono l’unico Strunz che resta in zona per capodanno?
cito: “demolì con immotivata ironia Gohatto e ritenne trascurabile In the mood for love mentre si invasava vergognosamente per Dancer in The Dark.”
ok, lo odio a morte.
parlare male del cinema orientale non è automaticamente una patente di odiosità. è solo questione di gusti… ma come facevi a ricordarti quel mio vecchio post? in ogni caso, grazie :-)))
“Gohatto” e “cinema orientale” non sono proprio coincidenti. A me per esempio non è che Gohatto abbia fatto impazzire.
Certo, Mutewinter, infatti non è che adesso io odi Gokachu perché ha detto che Gohatto non l’ha fatto impazzire. Però se in sento in TV, in una trasmissione di cinema che si suppone seria, uno che commenta Oshima dicendo “adesso possiamo aspettarci un nuovo Impero dei Sensi con Nakata e Cuccureddu” (testuali parole, non le ho mai dimenticate), io penso, nell’ordine:
- non fai ridere
- nasconditi
- chiamate qualcuno di serio su Telepiù
Per non parlare di quando faceva l’amicone con un Almodòvar visibilmente imbarazzato, chiamandolo Almodovàr…
Errata corrige: dove ho scritto “in sento” volevo scrivere “io sento” ^^
mi inserisco nel discorso con semplicità: non è una questione di orientale/occidentale. io, soggettivamente, adoro In the mood for love e Gohatto mi piacque moltissimo, mentre trovo Dancer in the Dark una colossale fregatura.
tutto qui.
mutewinter AKA ratinthewall: me lo ricordavo perché i vostri blog li conosco a menadito…
comunque non facevi prima a creare un altro blog con lo stesso nick? così non creavi confusion?
grande è la confusione sotto il cielo, ottima la situazione. sono d’accordo con voi: dancer in the dark è una sola e gohatto e in the mood sono due film sublimi… ho generalizzato un po’ troppo, sorry.
naturalmente quello sotto sono io, ratto.
e com’è il film di gerolmo?
io direi da sufficienza piena,forse anche da 7.Stephen Rea veramente grande ma anche il vecchio sutherland gigioneggia meno del solito.Regia onesta.